Il momento che voglio raccontarvi risale al 2012, precisamente al campo invernale. Lo ricordo come un momento specifico di benessere e di pieno coinvolgimento perché in quell’istante sia la stanchezza sia la voglia di rilassarsi e stare sereni non mi appartenevano. Era inverno, faceva freddo. Io e la mia squadriglia eravamo nella stanza di un monastero e dopo la solita cena misera ma soddisfacente decidemmo di divertirci. Nonostante stessimo facendo un gioco poco conosciuto e forse anche poco intelligente, chiamato gioco dell’occhiolino, ci rilassammo e divertimmo così tanto che non ci accorgemmo neanche dello scorrere del tempo. Dopo tutta la stanchezza di un’intera giornata alle spalle, stare lì con pochi ragazzi e con quello che di più essenziale ci potesse essere, mi fece rendere conto di quanto la magia degli scout possa portare tanta felicità senza possedere nulla di materiale.