Racconti

momenti ottimali nell'esperienza scout

One way. Lo scoutismo è partenza, lo scoutismo è l’arrivo


Ero al mio terzo campo estivo in reparto. La mia squadriglia si stava preparando a partire per l’hike di due giorni e tutti erano elettrizzati. La nostra meta non era vicina, anzi, mano a mano che avanzavamo ci sembrava che si spostasse sempre più lontano. Io sudavo, come il resto dei miei compagni, ma sentivo di dover fare qualcosa, dare qualcosa. Allora presi la cartina e da buon vice-caposquadriglia mi misi d’impegno, sostenendo con incoraggiamenti e risate gli squadriglieri. Dopo molte ore di cammino rimanevano due cose intorno a me: respiri affannati e curve continue di montagne che si succedevano in sequenza. Tutti volevano montare subito il rifugio, per la stanchezza, ma io volevo e dovevo portare la squadriglia alla meta. Tutto d’un tratto scorgemmo la diga che segnalava il nostro punto d’arrivo e lì capii che proprio grazie all’incoraggiamento e alle risate si può andare oltre i propri limiti. Condividere queste esperienze, in 13 anni, è quello che mi ha reso e mi rende felice di essere e di fare lo scout.