Racconti

momenti ottimali nell'esperienza scout

Uno sguardo al passato di uno sguardo al futuro


Campo estivo. Come d’abitudine le voci girano prima del tempo, e si sente nell’aria la parola “HIKE!”. Ero agitatissimo, non sapevo se avrebbero detto il mio nome o sarei rimasto con la squadriglia, per la prima volta solo, senza il mio capo squadriglia. In entrambi i casi sarebbe stata un’esperienza da ricordare, ma ad essere sincero avrei preferito la prima. Un fischio lungo e sei fischi corti: i capi chiamano reparto. Chiamano le prime pattuglie per l’hike, danno loro le buste e li mandano a prepararsi. Dal nulla, mentre sono perso nei miei pensieri e le gambe tremano, sento: “Riccardo! Arianna! Riccardino!”. Mi accendo all’improvviso, un’emozione unica. Parto con i miei compagni d’avventura, per meditare su ciò che stavo affrontando e ciò che mi ero lasciato alle spalle. Leggo la stupenda lettura scritta dai capi e comincio a riflettere. La notte porta consiglio: capisco che se voglio veramente guidare all’unità e alla collaborazione la squadriglia, devo cambiare. Decido di scrivere loro una lettera, esprimendo tutti i miei futuri impegni e le mie mille ansie. Al ritorno mi preoccupai perlopiù di conservare un ricordo di quell’esperienza, che ha conseguenze tangibili in ciò che sono oggi e ciò che voglio diventare: un bastone di legno che tengo ancora a casa. L’anno successivo ho atteso a lungo per ripetere questa fantastica esperienza, ma non ce ne fu l’occasione. Ho dovuto aspettare l’anno scorso, ma non riesco a paragonare le due esperienze,entrambe uniche ma vissute in maniera  totalmente diversa.