Era la seconda riunione dell’anno di servizio in branco, ero ancora angosciata dal fatto che, non avendo mai vissuto in branco in veste di lupetta, non sarei stata in grado di gestire la meglio la situazione. Fu un momento magico: la tana era completamente buia e i cuccioli entravano uno ad uno attraverso un percorso che nascondeva loro la vista del resto del branco. Dopo una capriola dicevano ognuno il proprio nome, con voce tremante, intimoriti dal cerchi di bambini che li attendeva. Non appena si furono presentati tutti, Akela iniziò il primo racconto della giungla. Avevo letto il libro di Kipling appena una settimana prima e sentire quei racconti prendere vita dalla voce di Akela, vedere tutti i lupi, anche i più grandi e “navigati” ascoltare assorti di come il cucciolo d’uomo venisse accolto nella famiglia di Babbo Lupo fu come entrare in un mondo nuovo e da me mai esplorato: avrei voluto che ognuno dei cuccioli imprimesse nella memoria quel momento e che sapessero tutti che anche per me era la prima volta, che quel racconto era per me una sorta di iniziazione, come lo era per loro, a qualcosa che avrei vissuto anch’io con gli occhi di un cucciolo. Finì subito, o così mi sembrò, ma rimane il sigillo dell’esperienza scout “totale”, vissuta in completo coinvolgimento e con la voglia di essere proprio lì, proprio in quel momento.