Penso di aver vissuto molti momenti del genere al roverway in Finlandia a cui ho partecipato ormai due anni fa. Il momento, forse quello principale, che può in qualche modo racchiudere tutti quei dieci giorni di attività è stato il penultimo giorno quando i tribe ci hanno fatto disperdere nel bosco e ci hanno proposto di scrivere una lettera a noi stessi. È stato in quel momento che ho realizzato del tutto quanto l’esperienza appena vissuta fosse stata utile e per così dire “rilevatrice” per me. Ero partita da Rosignano molto titubante, con mille paure e preoccupazioni per la testa, ma soprattutto con la quasi netta convinzione di non essere adatta all’esperienza che stavo per compiere. In quel momento mi sono invece ricreduta: tante certezze che avevo sempre avuto su di me e sul mio carattere si erano invece indebolite, mostrando nuovi lati della mia personalità. È stata indubbiamente la prima, e per alcuni versi anche l’unica, esperienza vissuta al di fuori della mia comunità che mi abbia permesso di giocarmi a pieno e di far veder agli altri quella che realmente sono. È stato un momento importante perché mi sono sentita realizzata e veramente soddisfatta del mio percorso.