Racconti

momenti ottimali nell'esperienza scout

L’espressione della mia vita


Il campo di competenza d’espressione che ho fatto è stata un’esperienza senza tempo. So benissimo che stavo per compiere sedici anni, che ero al mio quinto anno di reparto, che ero capo squadriglia… ma nella mia mente quei cinque giorni rappresentano una vicenda a parte. Quel omento funge da spartiacque nella mia vita: il prima e il dopo “Bracciano”, come dico sempre io. Tutta questa importanza che gli ho dato deriva dal fatto che lì, per la prima volta, ero con tutta me stessa dentro quello che stavo facendo. Durante i laboratori ho sentito che ogni singola parte del mio corpo era in armonia. Ero un tutt’uno: mente e copro. Ero completamente padrona di me stessa. E il tutto, questa concentrazione, era così intensa che tre ore passavano subito. Non avevo bisogno di niente. Solo di stare insieme agli altri. Non avevo bisogno di orologi, perché verso le sette di sera il sole creava una luce sulle foglie che diceva: “tra mezz’ora si mangia”. Ero senza paura, perché sapevo che se sbagliavo le persone davanti a me non mi guardavano per giudicarmi, ma per aiutarmi. E allora io mi buttavo, sbagliavo a più non posso per potere raccogliere tutti i consigli e migliorare fino al punto di raggiungere la perfezione. Può sembrare un comportamento normale ma, credetemi, per me non lo è. Quel campo mi ha cambiato dentro. Lo vedo dalle foto che mi hanno fatto che ero diversa. Amavo quello che stavo facendo e non pensavo a niente. Non mi sentivo fuori posto, come mi sento spesso durante la vita. Mi sentivo nel posto giusto al momento giusto, con le persone migliori del mondo e con la “me” migliore che conoscessi.