Racconti

momenti ottimali nell'esperienza scout

Una variazione del percorso


Hike di alta… Volevo fare il percorso insieme a Justen ma ad un certo punto ci saremmo dovuti separare per andare verso due mete diverse. Sulla mappa era indicato un sentiero CAI che ci avrebbe permesso di percorrere più strada assieme così decidemmo di imboccarlo. Come da tradizione il sentiero era sbagliato e ci perdemmo; naturalmente ci accorgemmo del fatto solo tempo dopo e decidemmo di accamparci in uno spiazzo che avevamo sorpassato tempo prima. Ero abbastanza avvilito dato che non sarei riuscito ad arrivare alla meta e la stanchezza si faceva sentire, come in ogni altro hike, nel momento meno opportuno. Riusciti ad arrivare allo spiazzo, una collinetta, molto probabilmente un orto o un parco giochi costruito a mano e abbandonato da tempo, ci colse il bisogno di migliorare la nostra situazione, di fare qualcosa per tirarci su, così Just tirò fuori l’ascia dallo zaino (portarsi un’arma è sempre una valida precauzione contro ignoti assalitori) e cominciammo a costruirci il nostro accampamento. Riuscimmo con tanta fatica a tagliare dei pali e a organizzare due treppiedi per montare una tenda con le coperture in pvc, i picchetti e le corde che ci eravamo portati. Raccogliemmo dei mucchi di pietre per fare un piccolo falò in sicurezza e aspettammo la notte alla luce del fuoco. Nonostante non fossimo arrivati alla nostra meta cominciavamo a sentirci orgogliosi di noi, più scout di quanto gli altri campi ci avevano fatto sentire. La notte passò con un po’ di difficoltà per le visite di alcuni animali, ma arrivata la mattina fu un po’ doloroso dover smontare il nostro piccolo “castello di carte” che nonostante tutto era qualcosa venuto da ciò che la nostra esperienza di scout ci aveva insegnato. Il ritorno fu piacevole e divertente, ma il ricordo di quel “campo” ci era rimasto impresso nella mente.