Il contatto con la natura è molto importante perché mi sento parte del creato e questo è un dono grandissimo.
2.Ero circondato da essa, era come se mi avesse ingoiato dentro lei.
3.Riesce a coinvolgere, ti aiuta nella riflessione, concorre alla serenità tramite la sua bellezza, la sua armonia.
E’ il più grande dono che Dio ci ha dato. Quando ci appartiene completamente tocca le più meravigliose corde del nostro essere.
Essere immersi nel verde ha il suo fascino. Purtroppo si sta nel cuore della natura solo pochi giorni all’anno. Mi ha dato calma: no pensieri.
Spesso non ci accorgiamo che un grazie dato con il cuore ci fa stare meglio di un paio di scarpe firmato, di qualsiasi altra cosa materiale.
Non avevamo nessun tipo di orologio o telefono quindi non sapevamo l’ora, motivo per noi di risate.
A volte è inutile conoscere, molto meglio supporre. È difficile rivivere un’esperienza con lo stesso entusiasmo con cui si è vissuta la prima, anche perché si è più a conoscenza delle dinamiche con cui si svolgerà quell’esperienza.
Così mi sono potuto esprimere al meglio e senza indugi, ascoltando anche meglio gli altri.
Se fossi stata da sola non avrei affrontato seriamente gli ostacoli, non mi sarei divertita così.
Permette di esplorare la strada intesa come tempo per se stessi, senza distrazioni.
Era l’ultima volta in cui vivevamo una bella esperienza che ci è sempre molto piaciuta [ultimo campo estivo E/G].
Essendo momenti che ho vissuto tempo fa li ricordo con il sorriso e a volte, pensandoci, vorrei tornare indietro per riviverli.
2.Ricordare l’anno trascorso insieme con una nota di tristezza ha reso la veglia un momento di contatto ancora più intimo per la squadriglia.
Sapevo che da quel momento in poi non averi potuto più rivivere determinate esperienze e condividere emozioni con alcuni compagni di vita.
A volte è più facile sentirsi se stessi quando è buio che non alla luce del giorno.
2.Al buio siamo tutti uguali e il bello di quel momento era che ciascuno di noi fosse un piccolo pezzo di puzzle, tutti sullo stesso livello.
3.Mi permette di isolarmi e confrontarmi con qualcosa di nuovo e inaspettato.
Attraverso la novità mettiamo in gioco noi stessi evitando di cadere nella monotonia giornaliera facendo in modo che la nostra vita sia attiva al 100%.
Il fatto che fosse la mia prima esperienza di servizio mi ha poi convinto a continuare per questa strada.
2.Era la prima volta che facevo un campo estivo. Comunque è stato meglio di quanto immaginassi: pensavo di non trovarmi bene, alla fine è stato fantastico.
Attraverso queste puoi avere e vivere più esperienze. Se non ci fossero novità secondo me non potremmo vivere questi momenti.
E’ stato un evento nuovo e coraggioso che nessun clan nella nostra città si è mai impegnato ad organizzare.
Con la compagnia giusta tutto ha un altro sapore.
2.Sono state le persone con cui ho condiviso sacrifici e gioie durante l’anno.
3.Unico nel fornire elementi comuni unici che hanno permesso lo sviluppo della route.
Il fatto di essere più di mille persone ha intensificato assai il sentimento di appartenenza ad una grande comunità.
Essendo un’esperienza che non avevo provato, non avendo fatto il branco, mi sono sentito messo in gioco….
2.Non sapevo che cosa mi poteva accadere.
Anche se l’esperienza poteva parlare alla singola persona, eri insieme ad i tuoi amici e a persone di paesi, religioni, culture differenti.
Mi hanno permesso di crescere anche come persona e di non limitare i miei orizzonti.
La possibilità di fare quest’esperienza con rover e scolte appena conosciuti è stato fondamentale perché particolarmente stimolante.
La comunità di Taizè si fonda sulla meditazione e sul silenzio; anche il fatto che vi siano tre momenti principali – uno mattutino, uno prima del pranzo e uno dopo cena- contribuiscono a creare l’atmosfera di preghiera.
Sperimentare la strada accanto agli altr,i in un affiatamento tutto nuovo, un coinvolgimento diverso con le persone che avevo conosciuto in occasioni e contesti quotidiani statici. Vivere la compagnia degli altri in questa nuova situazione.