Era l’ultima volta, se avessi avuto un’altra occasione non avrei avuto l’impellenza di parlare.
Ero al mio ultimo anno di reparto ed oltre ad essere il più grande ero anche il capo.
Essendo l’ultimo anno di reparto i nostri capi scout ci hanno affidato più compiti, rendendoci più responsabili.
Consapevolezza che sarà uno dei pochi attimi che restano da vivere con la maggior parte dei propri compagni d’avventura.
C’è la consapevolezza della fine di un’avventura e dell’inizio di un’altra. C’è quella maturità giusta per assaporare ciò che viene proposto.
Sole e pioggia alternati sono la cornice che hanno reso indimenticabile l’esperienza.
Mi sentivo piccola e mi rendevo conto di dover costruire tutta la mia esperienza: se prima ero il capo, da quel momento avevo tutto da imparare.
2.Un buon capo deve essere autorevole, ma soprattutto umile.
3.Senza quella non trovi il coraggio di compiere un’esperienza del genere.
Anche le piccole cose, come appunto un qualsiasi sorriso rivoltomi, un umile grazie erano davvero il massimo.
Prenderla con umorismo è servito tantissimo perché ha dato una grande dose di ottimismo e felicità, alleviando tutto.
Senza di lui non sarei mai andata alla Misericordia con lo spirito giusto. Mi ha aiutato, consigliato e soprattutto incoraggiato.
Se fossi stato con qualcun altro e distratto da altri pensieri non sarebbe stato così immersivo.
Credo che non sia tanto facile decidere di prendersi del tempo per pensare al proprio percorso, a ciò che si è fatto o che si vuole fare.
Non succede così spesso di trovarsi insieme a tanti scout.
2.E’ un momento che si verifica una volta nella vita.
3.Era un momento unico e VOLEVO che lo fosse anche per me.
L’intensità e il coinvolgimento di quel momento sono dovuti al fatto che quel momento è irripetibile.
2.Il momento in questione era irripetibile e unico, cosa che lo rendeva particolarmente speciale.
L’uniforme rende tutti uguali, non ci sono pregiudizi, il confronto lo trovi faccia faccia con l’altro. È stato un ingrediente fondamentale poiché è emerso lo stile scout.
Grazie all’unione e la complicità che si era creata tra noi siamo riusciti a rendere speciale quella giornata sia per noi che per loro.
2.L’unione che legava 39000 persone era veramente tanta.
3.Con il sostegno di altre persone posso scalare vette che per me sarebbero irraggiungibili.
Siamo sempre riusciti a risolvere le situazioni difficili e questo ci ha dato la forza di andare avanti.
L’essere uniti aumenta la complicità e il divertimento.
2.Se il clan non si sente unito dalla promessa e dal fazzolettone rischia di rompersi. Nessuna opinione contraria deve impedire la crescita ma avvantaggiarla.
3.Siamo stati sempre insieme: abbiamo affrontato le difficoltà insieme, abbiamo sbagliato insieme e capito insieme gli errori.
Il mio quinto anno si è dimostrato unito anche in quel pianto che determinava la fine di un ciclo e l’inizio di un altro.
E’ stata indispensabile durante tutta la durata dell’esperienza e senza di essa non so neanche se quest’ultima sarebbe stata possibile.
L’esperienza non è fine a se stessa ma è utile per approcciarsi agli altri/se stessi nella vita quotidiana.