Forma il carattere.
2.Senza il sacrificio non avrei mai vissuto questa esperienza, ma sarei rimasta a casa o magari al cinema con amiche a parlare dello stesse cose di sempre.
Se non mi fossi sacrificato per la squadriglia e non avessi dato il mio contributo, forse non avremmo mai vinto niente.
Per raggiungere il luogo dove è avvenuta la cerimonia c’era una salita ripida nel bosco. Per me rappresenta la fatica per crescere, dell’essere pronti per la partenza.
Ho visto nel saluto, l’amicizia nell’altro e il sentirsi accolti e in grado di accogliere, come se il cammino ci avesse restituito la possibilità di “vedere” l’altro e salutarlo con il cuore.
Quando hai camminato tanto, hai fatto servizio, hai aiutato le persone, hai raggiunto i tuoi obiettivi quello è il momento di riflettere e riposare.
Quello che ci aveva distrutto il giorno prima ci ha dato l’energia il giorno dopo.
Mi ha fatto cogliere caratteristiche degli altri al punto di conoscerli e cercare con loro dei legami.
A volte nella strada, trattandosi di un momento particolare, si affrontano momenti difficili sia fisici ma soprattutto mentale e quindi avere un appoggio da una persona che può capire le difficoltà che stai vivendo.
Fare strada spinge, a volte, a ritrovarsi da soli con se stessi e quindi a doversi rapportare con le proprie emozioni e sensazioni e riflettere su ciò che si è, su ciò che si sta vivendi e su ciò che gli altri ci stanno dando.
Si cucina per mangiare, ma se ciò che si cucina è buono è meglio ma ancora meglio è dividere del buon cibo con tutti.
Come quasi in ogni esperienza c’è sempre uno scambio di qualche cosa, dovuto alla relazione che si instaura tra i diversi soggetti. Quel qualcosa può essere un’idea, un’opinione, un pensiero, una nozione….
Per affrontare un qualsiasi viaggio è sempre indispensabile il giusto equipaggiamento.
E’ l’amore verso esso che riesce a non farti pensare alla stanchezza e ti fa trovare sempre un motivo per sorridere anche quando non c’è.
Vedendo i valori che rispecchiavano i miei e la disponibilità dei miei compagni. Ho fatto una scelta importante che mi ha portato a vivere bellissime esperienze.
2.E’ stata una delle prime decisioni importanti, un momento di crescita.
La scelta di entrare a far parte degli scout è nata grazie a tante amicizie , scelta che poi ho assunta come mia.
Mi sono messa di fronte a delle scelte che avrei dovuto affrontare.
2.Maggior consapevolezza.
Se avessimo scelto le strade più comode e che ci portassero al riparo non sarebbe stato divertente quel brivido.
Mi fidavo poco dei politici, anche perché non si sa di chi fidarsi, ma non abbiamo scelta…Personalmente mi fido di Renzi: spero che faccia del bene per l’Italia.
Senza questo ingrediente non avrei vissuto questa esperienza con occhi diversi.
2.Nel senso buono del termine: mancanza di aspettative che permettono di riscoprire il valore dell’esperienza a cui ci si accinge.
Non mancava mai l’occasione di scherzare e di tirare su il morale anche nei momenti più difficili.
2.In una squadriglia è importante lo scherzo, ciò aiuta un rapporto di amicizia e contribuisce a rendere il clima piacevole.
Mi sono lanciata in una nuova avventura anche se ancora non sapevo se era un mondo che poteva fare per me.
2.Tutti eravamo disposti ad apprendere e metterci in gioco. A scoprire una parte di noi nascosta.
3.Ho scoperto un nuovo modo di vivere la vita e guardare le cose.
Ha fatto nascere in tutti quanti gli stessi sentimenti e lo stesso desiderio di arrivare alla meta, rendendoci più simili.
Era impercettibile, l’importante era quello che si stava facendo, le sensazioni che si stavano provando!
Permette di condividere con persone mature, diverse ma simili, provenienti da centinaia di km di distanza, momenti irripetibili.
Senza di questo non avrei mai fatto esperienze fantastiche come le route o le riunioni.
2.Tutti condividiamo questo modo di vivere che è la base di tutto ciò.
Credere che in fondo si può. Ricominciare da capo, vedere la gioia negli altri e condividerla. Condividere amore con le altre persone.
È dalle cose più semplici che derivano le cose più belle.
2.È un arma potentissima che permette essere diretti e quindi più concentrati nell’obiettivo che si vuole raggiungere.
3.È simbolo dell’essenziale e del vero che arriva in maniera chiara e diretta.
Ci ha mostrato che basta poco per essere felici, per vivere un’esperienza indimenticabile. Ci ha permesso di vivere nell’essenzialità, che è uno dei valori fondamentali degli scout.
All’inizio non mi sentivo ben inserita nel noviziato perché c’era stata la divisione in gruppi.
Lontano dagli stress quotidiani si prova una sensazione di libertà che altrimenti non si proverebbe.
Sono le prime cose che “proviamo” fin da piccoli, sono ciò che ci accompagna per tutta la vita, sono ciò che ci rendono degli esseri “UMANI”.
Come dice Galilei, con l’aiuto dei sensi un uomo può godere lo spettacolo del mondo.
2.Quello che mi ha colpito e ho percepito della natura tramite i sensi.
Lo scopo della veglia è riuscire a sensibilizzare coloro che osservano, dopo essersi sensibilizzato il clan.
Per realizzare la veglia ognuno di noi ha dovuto confrontarsi con le idee degli altri. Proprio l’essere una comunità di clan ci ha permesso di arrivare a dei compromessi e proseguire nel nostro intento.
2.Il reparto era riunito per vivere un’esperienza comune.
Mi sono sentita ripagata per tutta la fatica che avevo fatto dalla loro felicità.
Sono entrata a far parte di un grande cerchio dove tutti mi hanno accolto a braccia aperte.
Il suo modo di farci sentire che anche quello che noi abbiamo da dire è importante.
Mi sono sentita parte di un’unica cosa, sapevo che ciò che stavo provando era perfettamente comprensibile per i miei compagni. Ci siamo sentiti veramente uniti.
La cerimonia era costruita per ognuno di noi, per farci sentire ancora più protagonisti ci chiamavano per nome, quella cerimonia avrebbe “costruito” il mio nome scout.
Non avendola mai provata mi è rimasta impressa e non è passata come una di quelle sensazioni di routine.
2.Visto che è stata una sensazione quasi del tutto sconosciuta sono riuscita a viverla nel profondo, non superficialmente come un normale sentimento di routine.
Il paesaggio naturale “rispecchiava” l’atmosfera serena che c’era all’interno del reparto.
Porta una pace e una tranquillità sia emotiva che intellettuale che ti fa capire che quel momento non potevi viverlo in maniera diversa da quella.
2.Sì
3.Tutto sembrava scorrere nel verso giusto, era tutto perfetto ed io ero in pace con me stessa e totalmente serena, come se niente potesse ferirmi o farmi del male.
Durante le esperienze bisogna essere sereni ed avere i nervi saldi davanti le difficoltà! Saper affrontare queste difficoltà anche con serenità, in uno stato d’animo tranquillo.
2.E’ la chiave per accedere alla consapevolezza di se stessi. Senza la serenità non si ha la piena lucidità di vivere al massimo.
Era uno dei tantissimi momenti scout che ero felice di essere entrata in questa “nuova vita”.
Nella vita scout ci sono momenti per ridere e momenti di serietà e bisogna saperli riconoscere conferendogli la giusta importanza. Un momento serio è importante, ed è proprio questa serietà che l’ha reso particolare.
2.Perché penso che sia uno dei punti più fondamentali della vita scout.
3.In un consiglio di legge la caratteristica principale è appunto la serietà in quanto bisogna verificare il proprio percorso.
La serietà del momento fa in modo che chiunque sia più coinvolto e toccato da ciò che sta succedendo.
Il nostro benessere era la convinzione di fare del bene per persone che non avremmo mai incontrato.
2.È un modo per capire che ciò che ti insegnano gli scout e la fede portano alla scoperta di nuovi obiettivi per la vita.
3.È un modo per capire che ciò che ti insegnano gli scout e la fede portano alla scoperta di nuovi obiettivi per la vita.
E’ partito tutto da questo: raggiungere l’obbiettivo.
2.Mi sono messa alla prova pur non essendo sicura delle mie capacità.
3.La sfida della gara ci ha spinte a dare il meglio di noi, infatti abbiamo vinto.
Mi ha messo alla prova sia fisicamente che mentalmente. È stato un crescere, maturare, per evitare capricci.
Poter darmi un obiettivo al di sopra delle mie aspettative e portarlo a termine nel modo migliore. E legami perché le persone che vivono con te queste esperienze legano in modo anche involontario con te.
In quella notte di sudore, in un campo in mezzo al mare, solo gli sguardi le mani nel fango di chi come te dava il massimo ti permetteva di non mollare.
Questi sguardi mi trasmettevano pieno coinvolgimento all’interno della comunità ed era come se mi accogliessero in questa nuova famiglia.
E’ ciò che ho imparato grazie alle mie amiche, è l’obiettivo che ho raggiunto dopo molta fatica.
2.E’ stato l’anno in cui ho deciso di continuare il mio cammino scout proprio perché i miei compagni di viaggio mi hanno fatto sentire sicura.
Rappresenta tutte le persone buone e accoglienti che ancora, per fortuna, esistono ancora al mondo.
Permette di apprezzare i suoni esterni, quelli della natura e di riflettere con calma sulle tematiche proposte.
2.Ho capito che esiste un silenzio capace di parlare e di trasmettere emozioni.
3.Mi ha permesso di ascoltare, senza distrazioni, ciò che avevo dentro di me.
Quando si crea una comunità non hai più niente da nascondere. Soprattutto con le ragazze che non giudicano.
Siamo tutti stati onesti su quanto finora avevamo fatto per sentirci comunità e su cosa dovevamo fare per diventarlo.
2.È la chiave per far emergere la diversità che è la ricchezza di ciascuno di noi e ci rende preziosi per primi all’interno del clan.
3.Grazie ad essa i nostri cuori si sono toccati.
Il fatto di coprire il ruolo in squadriglia, il rispetto reciproco hanno reso il clima decisionale tranquillo.
2.Ci capivamo subito sul cosa fare durante le giornate che si passavano.
3.Siamo stati in sintonia per tutti e cinque i giorni, senza questa non ci sarebbe stata una comunità.
Siamo stati in sintonia per tutti e cinque i giorni, senza questa non ci sarebbe stata una comunità.
Ero serena e stanca allo stesso tempo per gli obiettivi raggiunti.
2.Alla fine ho capito che non esiste l’impossibile.
3.Molto importante è la soddisfazione per aver raggiunto, come altri prima di te, una tappa importante e caratteristica di uno scout.
E’ la soddisfazione che non fa mai spegnere quella voglia di ripartire e continuare in quei momenti di stanchezza e confusione.
E’ stato il tema preponderante del campo: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. La realizzazione di questo campo è stato un vero sogno, non poteva esserci tema più azzeccato.
2.Davano la carica.
Hanno ispirato l’argomentazione del dialogo affrontato dal mio clan e questo mi ha permesso di avere una conoscenza approfondita dei desideri di ogni mio compagno di strada.
Sognare, anche nelle piccole cose, rende più liberi e ti fa avere diverse prospettive su ciò e su chi ti circonda. Serve anche per svolgere meglio le attività.
Il sole è il simbolo del mio carattere, il fatto che i fazzolettoni siano stati disposti a raggiera intorno alla lampada sembra sia stato il destino.
Perché fino a due zaini ci possiamo arrivare.
2.Ci si è aiutati a vicenda.
3.Sostenersi ed essere solidali con l’altro, non solo nella strada, nel cammino, ma anche nella vita scout al di fuori della route.
Pur essendo parte di un gruppo, ognuno era immerso nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni.
2.E’ una cosa che non capita spesso agli scout, ma è molto importante perché aiuta a capire i propri limiti e insegna quanto siano importanti gli altri.
3.Mi ha permesso di confrontarmi a pieno con quel che ho vissuto. Ho partecipato a questa esperienza proprio in prima persona con tutta me stessa.
Anche se può sembrare una contraddizione quel momento è stato unico perché nonostante abbia potuto riflettere e stare sola con i miei pensieri, poter vedere a distanza quelli che sono stati i miei compagni per più di una settimana raccolti come me tra i pensieri mi ha fatto sentire sola ma allo stesso tempo parte di una grande e nuova comunità.
Per la prima volta mi sono ritrovata davvero lontana da casa e ho avuto dei momenti di difficoltà che ho imparato a superare.
Alle undici di sera non ci aspettavamo di dover fare tutta quella strada.
2.Non mi aspettavo di pensare così tanto al senso di quello che ho fatto.
3.Non mi sarei mai aspettato di essere nominato capo sq a soli tredici anni.
Ho vissuto un’esperienza che non pensavo di vivere, ben oltre le mie aspettative e speranze.
Se non avessimo rispettato l’ottavo articolo, probabilmente non avremmo concluso l’esperienza, e non sarebbe stato un momento pieno com’è stato.
Sono stati per noi fondamentali per spronarci e “rompere il ghiaccio” tra noi e questo difficile contesto.
2.Sono stati per noi fondamentali per spronarci e “rompere il ghiaccio” tra noi e questo difficile contesto.
3.E’ una parte fondamentale che permette di ricordare le esperienze vissute.
I sorrisi valgono più di mille parole, e il sorriso degli altri ha rinvigorito il mio cuore e ha fatto si che vivessi in maniera positiva l’esperienza del forum assieme a tutti gli altri.
E’ stato quello che non ha mai fatto morire la speranza a nessuno ed essendo sempre sulla bocca di tutti è stato proprio questo a muovere il gruppo.
2.E’ proprio così che ho affrontato questa esperienza più grande di me. Se non avessi avuto il sorriso, e al posto di vivere l’esperienza mi sono fatto vivere da essa non mi sarei sentito appagato.
3.E’ il modo più semplice per comunicare.
Attraverso il sorriso la pesantezza del duro passato è stata smorzata e sormontata da una visione felice del futuro.
Sostenendoci a vicenda siamo riusciti a trasmetterci il coraggio e la forza necessaria ad affrontare quest’esperienza.
2.Ci siamo sostenuti a vicenda nei momenti più drammatici.
Il reparto mi ha fatto vedere me stesso, ha rispecchiato me a me stesso.
2.Simboleggia un dare-ricevere, un binomio perfetto e necessario per un dialogo.
In quel momento non pensavo a nulla di brutto che potesse impedirmi di vivere quel momento a pieno.
2.E’ una cosa di cui si ha bisogno per “isolarsi” un po’ dal mondo.
Fuori dalla stessa vita monotona, non pensi più a tutti i problemi che ti affliggono ogni giorno.
2.Ero con belle persone e di conseguenza non pensavo alle cose negative.
Dare aiuto a persone come me con disabilità anche molto fisiche, la collaborazione di educatori esterni o anche esperti in prima persona.
In quel momento era un tassello fondamentale delle sensazioni: la speranza di poter diventare quello che volevo essere e la speranza in un futuro legato a quei tre fondamentali punti pronunciati di fronte ai miei compagni.
2.Non nel pieno significato del termine, ma nel senso più leggero forse: speranza come stimolo per rimettersi in gioco e credere che per ogni partenza c’è un nuovo arrivo. Speranza come ingrediente fondamentale per ogni ripartenza, ogni anno, ogni strada.
3.Sperare e credere è stato fondamentale perché senza la speranza non avrei mai trovato la motivazione per crescere.
Chi ha creato quel centro di accoglienza ha dei desideri che spera di realizzare impegnandosi in ciò che rappresenta quello in cui crede.
2.Vedere insieme che c’è ancora speranza ci ha uniti.
Sia durante la messa, sia durante i fuochi artificiali ha avuto un ruolo fondamentale. Essa era esaltata anche dall’atmosfera che si respirava in tutto il paese: la totalità dei cittadini si sentiva profondamente coinvolta nelle celebrazioni [celebrazione Ferragosto in costiera Amalfitana].
Oltre ad essere un vero ingrediente le spezie diffondevano nell’aria un fantastico odore che faceva aumentare l’attesa per il piatto.
Seppur con tutta la nostra inesperienza e immaturità abbiamo affrontato la route con lo spirito giusto. I nostri spiriti sintonizzati a formare lo spirito della comunità.
Mi ha permesso di accettare le diverse situazioni della giornata.
2.Lo spirito con cui abbiamo operato e ci siamo adattati alla situazione.
L’interazione con gli altri genera qualcosa che nella singolarità non sarebbe nato.
2.Siamo stati una formazione [scoutball] spalaneve.
Anche se il percorso ci può sembrare duro dobbiamo avere uno spirito di sacrificio che ci permette di andare avanti anche nei momenti di difficoltà.
E’ proprio grazie a questo ingrediente che sono riuscita a cogliere il significato di quella particolare esperienza.
2.Senza lo spirito di servizio sarebbe stato impossibile mettersi a disposizione per gli altri 24 ore su 24.
3.Essere pronti. Essere pronti a dare se stessi ed essere al servizio di qualcuno. Portare entusiasmo e sporcarsi le mani. Donare se stessi.
Durante quattro giorni di preghiera la spiritualità è un elemento fondamentale.
2.E’ proprio la fede che ha fatto riunire ragazzi di diverse etnie in un unico evento.
Fare le cose in maniera spontanea senza farle perché ti hanno detto di farlo.
2.Permette di trasmettere ciò che stai vivendo come ad esempio il benessere e l’allegria.
3.Se ci avessero detto: “Andiamo a vedere il lago, ammiratelo!” non sarebbe mai stato così magico.
Il poco tempo per organizzare la valigia ci ha permesso di far emergere solo i sentimenti più veri e sentiti.
Con questa esperienza ho avuto l’occasione di capire su quali punti avrei dovuto lavorare maggiormente per migliorare me stesso.
Mi sono sentito parte di un gruppo, accettato. Mi sono sentito riconoscere il mio valore.
E’ in un gruppo unito che si passano tante avventure.
2.Era composta da soggetti diversi tra loro che si incitavano l’un l’altro.
3.Con loro ho vissuto la maggior parte delle esperienze che ho fatto e mi hanno aiutato anche ad essere responsabile.
Non si tratta solo di persone semplici, ma di membri di una sola grande famiglia che vive le stesse esperienze e che partecipa alle tue emozioni.
Per me, e credo per la maggior parte delle persone, la fatica e la stanchezza ti rendono più fragile e più vulnerabile, ma allo stesso tempo più predisposto all’ascolto e alla condivisione. Quando sono stanca non riesco a non essere me stessa.
2.Eravamo tutti stanchi perché avevamo camminato tanto, insieme e ognuno di noi aveva dato il suo.
3.Credo che solo dopo aver sperimentato la fatica si possono apprezzare anche quelle piccole cose che solitamente diamo per scontate.
Probabilmente si lega all’eccezionalità di cui l’evento si carica: trovarsi fuori, in mezzo alla natura, col sole che ti scalda e un po’ di vento si pone in netta antitesi con il classico uscire con gli amici a bere.
Sia che tu stia bene sia che tu stia male, lo stare insieme aiuta ad arrivare alla felicità e superare le difficoltà. Insieme si vivono più intensamente le esperienze.
In quel momento non avevamo nessun pensiero, stavamo solamente assaporando quel momento.
Lo ricordo proprio con “COMMOZIONE” proprio perché forse da allora non ho avuto momenti più intensi di comunione fraterna.
: Non è tanto il cosa si fa ma il come e il con chi. Anche facendo le peggio vaccate, anche fermi a chiacchierare, il gruppo degli scout emana un’energia serena, pura e coinvolgente.
Nel servizio si sta con gli altri. E’ negli altri che si trova il frutto della propria fatica. La guida e lo scout sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida scout.
Il mio stato malinconico e triste veniva rallegrato dalla gioia, armonia e voglia dei bimbi. Mi facevano sentire utile.
Mi davano un senso di tranquillità e allo stesso tempo mi sentivo serena.
2.Vivendo in città non è così scontato vedere un cielo stellato d’estate e poter stendersi ad osservarlo e meditare su alcuni spunti offerti dai capi.
3.Una breve veglia sotto le stelle ha concluso la serata in maniera conciliante.
La stanchezza è stato il nostro collante più forte e la strada ci ha mostrato posti meravigliosi che non avremmo pensato di poter trovare così vicini a noi.
2.Sia figurata che reale: un paesaggio bellissimo, ma anche un percorso “astratto”.
3.È uno dei momenti cardini del clan e del perché la fatica è appagante.
E’ avvenuto inaspettatamente senza preavviso e cogliendoci a sorpresa e si trattava di uno stimolo alla camminata e a dimenticare le fatiche.
Di avere scoperto di avere la capacità di affrontare delle situazioni completamente diverse dal “quotidiano” servizio. Ma soprattutto rimanere stupita da come un bambino attraverso un semplice vocalizzo mi ha donato TANTO.
2.Di avere scoperto di avere la capacità di affrontare delle situazioni completamente diverse dal “quotidiano” servizio. Ma soprattutto rimanere stupita da come un bambino attraverso un semplice vocalizzo mi ha donato TANTO.
3.Nell’aver scoperto aspetti nuovi di me durante le tappe.
Di avere scoperto , che qualcosa che da tempo mi ero negato e di cui avevo inizialmente paura, potesse essere così bello, appagante e piacevole.
2.Ero stupito di ciò che avevano raccontato.
3.Di aver visto la mia città con occhi diversi da quelli con cui vedo di solito sia nella notte sia nel dì.
Arrivata ho visto un panorama meraviglioso.
2.E’ l’emozione per eccellenza che si prova guardando il cielo di notte, specialmente se a mostrarsi in tutto il suo splendore non è una semplice stella!
Rileggendo, davanti agli altri, quello che avevo scritto mi sono stupito di me stesso per gli obiettivi che mi ero prefissato e avevo raggiunto.
Mi ha sorpreso molto il fatto di essermi ritrovato con tanti ragazzi della mia età che pur non conoscendo sentivo essere uguale a me.
Mi sono sentito piccolo nei confronti dell’universo ma nello stesso tempo bene perché non mi sono sentito inferiore ma parte di esso.
Segno di lavoro e impegno.
2.È stata proprio la fatica a far sembrare questa esperienza impossibile ed insuperabile.
Che ci fa capire che non tutto è dovuto nella vita ma le cose bisogna ottenerle con il sudore.
Ciò che l’esperienza ha provocato in me, oltre alla riflessione sulla mia scelta scout.
Inizialmente i ragazzi della comunità avevano paura dei nostri pensieri nei loro confronti.
Il superamento dei propri limiti serve a conoscere se stessi e scoprirsi ma soprattutto a migliorarsi, in questo caso infatti mi sono superata salendo in cima.
Ho potuto vedere di cosa ero davvero capace, anche se non ne ero consapevole; superando i miei limiti ho potuto apprezzare la spiritualità.
2.Abbiamo superato i nostri limiti: invece che fermarci ai piedi della montagna siamo saliti fino in cima.
3.Avevo degli ostacoli emotivi da superare, i quali mi sarebbero risultati negativi anche nella vita di tutti i giorni. Grazie a questa esperienza li ho superati.
Comprendere che camminare insieme significa condividere gioie e dolori che possono essere superati insieme.
L’essere accomunati dalla scelta di questa esperienza e l’utilità di farsi forza a vicenda.
Una volta arrivati al campo eravamo veramente stanchi e il torrente è stato per noi un elemento di “estasi”.