E’ stata la notte più tranquilla della mia vita.
2.Ha reso il momento speciale facendomi sentire in pace con me stesso.
L’emozione di sentirsi un gruppo così unito è stata parte fondamentale dell’esperienza.
E’ stato un momento emozionante perché sapevo che non sarebbe tornato più indietro.
Forse per il fatto che fosse un contesto completamente nuovo e per me inedito… Una fatica diversa dal solito. L’essere sempre in movimento dopo cinque anni al campo fisso. Sperimentare il non avere una casa.
Quelle provate sono emozioni forti e non da tutti i giorni .
2.Stimolo, la percezione dello stato d’animo.
3.Sono riuscita a farmi trasportare completamente da esse.
In quel momento ho capito l’importanza delle emozioni che non facilmente riescono ad uscire.
Ha permesso di far uscire con naturalezza le emozioni che altrimenti sarebbero rimaste per alcune persone dentro di sé e l’attività non sarebbe riuscita.
Dal momento che eravamo tutti concentrati ed era buio c’era una bellissima atmosfera.
L’energia viene fuori grazie al primo ingrediente [voglia di vincere] e mi ha permesso fisicamente di affrontare la prova.
L’entusiasmo dei primi giorni con lo spirito d’iniziativa che coinvolge e trasporta ogni componente.
Ci ha permesso di non demordere e continuare a provare.
2.Coinvolge maggiormente il gruppo intero.
3.Vivere le cose con il sorriso e l’entusiasmo aiuta a godersi il momento e a far si che l’orologio passi in fretta dimenticandosi di esso.
Con la loro carica hanno smontato i ostri piani e “comandato” loro il pomeriggio rendendolo più bello.
E’ l’ingrediente che più concede a quell’esperienza una valenza assai pacifica e molto bilanciata.
Grazie alla complicità che abbiamo avuto ed all’affiatamento che avevamo abbiamo vissuto momenti straordinari, bellissimi.
Come sono stati d’esempio i Rover che ho avuto in branco per quello che sono diventato e per il mio cammino scout, ugualmente voglio spronare i ragazzi a mettere passione in ciò che fanno.
Usciti dall’esperienza di reparto, il fatto di avere una guida autoritaria ed al tempo stesso sempre pronta al gioco ci ha incanalati nella giusta direzione per intraprendere l’esperienza clan e in generale la vita.
Nonostante fosse la prima esperienza è stato bello avere qualcuno che mi guidasse in questo viaggio.
2.Era la prima volta che dormivo nella tenda.
3.Ho fatto qualcosa di nuovo abbastanza intenso da colmare quello che non avevo mai fatto.
Tutti i momenti indimenticabili passati insieme.
2.In qualità di caposquadriglia ciò che avevo imparato io negli anni dovevo trasmetterlo agli altri.
Ha fatto crescere il mio bagaglio. Sono comunque esperienze nuove in ambiti e in una nazione diversa.
Mi ha permesso di usare ciò che avevo appreso in passato per raggiungere i miei obbiettivi.
Tutti potevano provare una uguale sensazione e anche se non ci conoscevamo eravamo uniti.
Attraverso l’espressione il singolo ed il clan intero è riuscito ad “esprimere” i propri pensieri, che sono il frutto di un lungo percorso, durato l’intero anno precedente.
Essere lontani dalla vita di tutti i giorni, senza COSE SUPERFLUE (pc, tv, orologio…).
2.Lo spirito di quel giorno fu quello di vivere con quello che ci bastava e continuare comunque a sorridere.
3.Permette di scoprire l’essere delle cose, inoltre porta a ridefinire le priorità della nostra vita.
Permette di andare più in profondità, di conoscere meglio noi stessi e gli altri, di agire con più convinzione.
Mi hanno aiutata a vivere in un determinato modo quest’esperienza: sono stati TUTTI un punto di riferimento (anche le persone con cui ho avuto meno a che fare durante l’anno).
C’è da mettersi a confronto con persone che magari non si sono mai incontrate prima. Bisogna saper creare un legame fin da subito.
L’obiettivo comune è stato raggiunto grazie all’impegno e alla determinazione che abbiamo mostrato nel farlo.
Per la prima volta è uscita la vera me, il mio essere solare e la mia voglia di vivere in questa comunità.
Bisogna essere pronti a qualsiasi cosa ti potrà accadere. Nella mia esperienza dovevamo essere pronti perché non sapevamo che dovevamo partire quella mattina e, in poco tempo, devi prepararti lo zaino e partire.
Mi ha dimostrato chi ero e dove potevo migliorare, quanto la mia volontà fosse forte quando sono davanti alla possibilità di mostrare me stesso.
E’ grazie al nostro essere scout che abbiamo avuto la possibilità di vivere e condividere le stesse esperienze perché provenienti da uno stesso percorso.
2.Se non fossimo stati tutti scout, con un sacco di esperienze fatte insieme alle spalle, sarebbe stato tutto diverso.
Era un momento di solitudine, ero passato da essere l’anima del reparto a essere l’ultimo arrivato del clan.
L’estraneità delle persone, perché ciò che è uscito fuori avrebbe avuto una valenza diversa se ciascuno fosse stato nella sua comunità.
Ero la sola del mio reparto a fare questo campo di competenza. Questo mi è servito perché ho lasciato le “ancore” del passato indietro e ho potuto aprire la mente a qualcosa di diverso.
Eravamo un enorme gruppo di adolescenti esaltati e carichi. #energiadellagioventù #ilfuturoènostro.
Avevo proprio voglia di fare questo San Giorgio e mostrare le mie potenzialità al resto dei gruppi e ai nuovi capi.
2.Il momento mi ha lasciato senza parole.