Un motivo per essere presenti ai campi e per confrontarsi con le altre squadriglie.
Mi hanno fatto riflettere sulla mia condizione e mi hanno aiutato a capire come migliorare.
Non è solo “giocare”, è divertirsi, focalizzarsi sui contenuti, sui concetti, è imparare più facilmente. È sentirsi bambini restando grandi. È crescere, condividere divertendosi.
2.La presenza di un momento di svago insieme agli altri ci ha fatto coinvolgere nel migliore dei modi.
3.<p>E’ il modo più semplice e funzionale per trasmettere dei concetti e degli insegnamenti ai ragazzi in questo range di età.</p>
Ciò che ci ha portato alla vittoria, è l’elemento principale.
2.Nel momento in cui eravamo spaventati per la tenda che volava via, ci siamo messe a lavorare tutte insieme.
3.Il gioco di squadra è stato indispensabile perché tutti avevamo modo di assaggiare ogni pietanza.
Le lacrime che sono state asciugate dall’abbraccio delle mie squadrigliere sono state la perfetta conclusione di cinque anni splendidi.
2.Avevo intorno a me delle persone a cui tenevo e delle quali potevo fidarmi.
3.<p>E’ stata indispensabile per poter regalare sorrisi e serenità ai bambini.</p>
Uno scout vede la gioia del divertirsi in maniera semplice e pura.
2.E’ quello che lo scautismo fa scaturire in me.
Mi ha permesso di comprendere il perché fossi lì e il fatto che sia possibile realizzare un mondo “migliore di come l’ho trovato”.
Senza la fatica, uno sforzo fisico e mentale, ottenere delle cose o delle emozioni non ha lo stesso sapore. In un’Italia piena di raccomandazioni dove la meritocrazia non esiste più in tanti campi, mi piace pensare e vedere che in certe occasioni solo chi ha tenacia e voglia ce la può fare e può essere ripagato.
Perché anche dopo un’esperienza su scala mondiale che mi ha segnata, anche il mio ritorno a casa è stato gioioso e affettuoso.
E’ stato il momento della sublimazione del vissuto: è servito a sottolineare che se tutto si fa con il sorriso e con un pensiero positivo, il futuro non può essere che luminoso e gioioso.
La nostra età ci fa sentire che è arrivato anche per noi il momento di dare qualcosa a questo mondo. Su questo punto devo ringraziare lo scoutismo che, attraverso l’esperienza fisica a volte dura e il lavoro di gruppo ci ha trasmesso tanta voglia di fare e un buon modo di agire.
La ragazza con cui sono sceso e con cui ho legato particolarmente dopo questo evento.
E’ stata una conferma per il mio percorso futuro di studi, visto che ero indecisa sulla facoltà da intraprendere.
Era fondamentale l’opinione degli altri compagni e il confronto con loro. Era un momento da VIVERE INSIEME E NON DA SOLI.
Durante la salita, mentre penso di morire nel caso dovessi fare un passo in più, mi capita spesso di chiedermi “CHI ME LO FA FARE? PERCHÉ SONO QUI?”. Forse se non mi fossi posta queste domande durante la salita, poi non avrei avuto l’occasione di pormi delle domande così profonde.
Bisogna imparare a sentirsi inferiori, a essere umili, di fronte alla grandezza di un qualcosa. In questo caso bisogna imparare a riconoscere la grandezza dell’universo e sentirsi piccoli e umili.
Dopo aver lottato siamo riusciti ad arrivare a ciò che puntavamo.
2.Riuscire a tenere un fuoco non è facile.
Senza non si va da nessuna parte.
2.In queste partite [scoutball] non si molla un cazzo.
Trasmette emozioni diverse dalla solitudine.
2.Se non ci fosse stato un gruppo così coeso e affettuoso non si poteva creare il clima fondamentale per le progressioni personali.
3.La sintonia tra persone che condividono lo scoutismo è determinante.
La compagnia e l’appoggio che ho avuto dal clan sicuramente sono stati fondamentali. Purtroppo l’ho capito solo alla fine, ma nella mia fatica non ero sola. Lì per lì era difficile da vedere, ma riflettendoci non sarebbe stato possibile un cambiamento senza la loro presenza.
Condividere un’esperienza, un lavoro, anche difficile, con un gruppo affiatato di amici rende tutto più bello, divertente e coinvolgente e spesso aiuta ad accantonare il nervosissimo e lo stress per lasciare spazio al divertimento e alla voglia di fare.
Senza un gruppo non è possibile riunirsi e riflettere attorno ad un fuoco acceso.
E’ l’essenza stessa di tutto il momento perché l’aver raggiunto quell’obiettivo è il risultato di un aver guardato in alto in precedenza ed è l’obiettivo che deve portare a guardare ancora più in alto.
La disabilità dei bambini a cui ho prestato servizio è passata in secondo piano rispetto all’idea e alla voglia di passar del tempo con qualcuno che avesse semplicemente bisogno di compagnia.
Rappresenta il punto di riferimento, che non è mai nascosto e sempre visibile.
2.E’ il punto di riferimento, quello che vedi sempre.