E’ stato sicuramente l’elemento di maggior disturbo, però tutta la squadriglia ne affrontò una parte dandosi il turno davanti al fuoco.
2.E’ uno degli ostacoli che puoi incontrare sul tuo cammino e devi imparare ad affrontare.
3.E’ stato un elemento di grande disturbo per tutti, ma abbiamo cercato di affrontarlo tutti insieme.
Per mettersi a servizio degli altri bisogna sacrificarsi e spesso mettere in gioco qualcosa di tuo per il prossimo.
E’ la sensazione che mi ha permesso di vivere e poter ricordare quel momento con serenità e pace.
Mi ha aiutata ad affrontare al meglio l’esperienza senza aver paura delle mie azioni.
Volevamo con l’evento produrre un cambiamento negli altri; abbiamo avuto il coraggio nel credere che un cambiamento, da parte degli altri e nostro, nei confronti dell’ambiente è possibile.
L’esperienza mi ha dato fiducia e mi ha cambiata.
2.E’ il centro della mia esperienza, CAMBIARE aspetti migliorabili.
3.La mia capacità organizzativa è sicuramente migliorata, ed insieme ad essa sono cambiata io, nel giro di poco tempo.
Unisce 2 fasi: una che finisce e una che inizia, le quali però non sono indipendenti l’una dall’altra, ed entrambe fondamentali per il mio percorso.
Se avessi fatto la stessa esperienza nei posti di tutti i giorni non avrei provato le stesse sensazioni.
E’ stata la preparazione per quell’evento. Quel pezzo di strada è stato fondamentale per la vita di comunità.
Grazie allo sforzo fatto durante il cammino il paesaggio è stato apprezzato maggiormente.
Camminare nei boschi è sempre stata una cosa che amo, ma condividere questo aspetto di me con i miei compagni è stato unico.
L’estraniarsi dalla città e dai soliti giri è stato complice della mia analisi interiore.
2.La route in sé. Pensare che il cammino di Santiago è stato percorso da secoli da migliaia di persone rende unica questa esperienza
Mettendo alla prova le persone esse tendono a mostrare il loro vero “carattere” e “volto”.
La fatica del cammino ci ha aiutati a trovare noi stessi e a concentrarsi sul nostro percorso scout. Il cammino, parte essenziale dello scoutismo, ci ha aiutato a essere in pace con il nostro corpo e la natura.
Era il momento ideale per questa “attività” in quanto ero libera da altri vincoli ed ero perfettamente immersa nella vita scout.
Rappresenta la mia vita sbocciata come un fiore. La mia intimità che fioriva e la “ricompensa”, la felicità e la gioia dopo il “travaglio” e la lotta avuta con me stessa.
Si tratta dell’ultima uscita dell’anno e si fanno sempre molte esperienze.
2.Ha creato il legame perfetto tra me e tutto il reparto.
E’ stata la mia prima esperienza di un campo estivo di reparto e mi ha quindi permesso di scoprire qualcosa di nuovo e di affascinante, quasi magico per me.
E’ stata la luce che mi ha guidata nel buio della notte, perché è stata la mia unica compagna.
Attraverso la canoa abbiamo potuto raggiungere il nostro obiettivo e quindi lo ritengo un elemento fondamentale.
2.<p>E’ stato un momento di bellezza, tranquillità, immersi nella bellezza.</p>
3.<p>Ho affrontato la mia paura che avevo e l’ho superata e mi sono divertito.</p>
Rappresentano l’avventura, il mai scontato, l'”estote parati” famoso che si ripete sempre nello scoutismo, il divertimento.
Ci ha aiutato nel cammino a superare le difficoltà.
2.Quando ci siamo messi a cantare la strada era meno dura.
E’ uno dei fondamenti dello scoutismo che in quell’occasione ha trovato la sua piena espressione: pioggia fortissima, stanchezza, confusione, tristezza per il pensiero di dover tornare a casa, ma nonostante tutto voler vivere a pieno anche l’ultimo momento di Jamboree.
I canti scout sono il canale privilegiato per la gioia e l’allegria, sia nei momenti belli che in quelli meno allegri “sorridono e cantano anche nelle difficoltà”.
Rientra nelle mie passioni primarie.
2.Permetteva anche ai lupetti un po’ più timidi. Che solitamente durante le attività restavano in silenzio, di partecipare attivamente a quel magico momento.
Nei momenti più difficili della route rimanevo concentrato grazie ai miei fratelli.
Rendeva il gruppo vario e diversificato, potevi imparare qualcosa da ogni persona.
I capi sono stati una guida fondamentale per il nostro viaggio e ci hanno aiutato a mantenere la retta via.
2.Gli spunti di riflessione dati dai capi.
Con le esperienze e soprattutto vivendoli davvero quei momenti capisci il significato di aiutare il prossimo.
Era il suo ultimo torneo di reparto e, volendo vincere la fiamma e quindi prendendo le cose molto sul serio, riusciva a trasmettere la sua voglia di vincere anche ai suoi squadriglieri.
Senza avere una persona su cui concentrarsi non avrei apprezzato quel momento + firmarla ha significato entrare in clan a tutti gli effetti.
2.Se non avessi avuto una persona di cui occuparmi non mi sarei concentrata su questo e non avrei apprezzato a pieno il mo servizio + firmarla ha significato entrare in clan a tutti gli effetti.
Affrontare le sfide facili non porta soddisfazione come riuscire a guidare la propria canoa in situazioni critiche e faticose.
Per tutto il tempo ero convinto di potercela fare e allo stesso tempo sapevo che non avrei accettato di fallire.
Il cerchio crea un momento di legame con gli altri e con la natura che non si può trovare nella vita di tutti i giorni.
E’ la cerimonia che permette di creare un momento di riflessione introspettiva, in un’atmosfera a dir poco EPICA.
Mi ha aiutata a crescere ed a rispondere a molti dubbi che avevo in quel momento.
Ha dato il ritmo di tutta la route ed è stata suonata da ognuno di noi ogni giorno.
2.Senza quella non ci sarebbe stata nessuna canzone.
3.Strumento essenziale nella vita scout e in questa esperienza come “collante” della nostra amicizia.
Abbiamo incontrato un ex scout che ci ha ospitato e fatto mangiare.
2.Quando abbiamo finito di sistemare il piazzale, a tavola ci sentivamo tutti uniti e non stanchi.
Quando si osserva il cielo si riesce a capire la grandiosità e la bellezza della natura.
2.E’ servito per rivedere tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento: la fatica, il lavoro di costruzione, l’insuccesso e il condividere con gli altri l’avventura.
3.Non è possibile vederlo in città e in più fu il motore della nostra conversazione.
Denota il mio sentirmi sola e piccola in quel momento. E forse è stato proprio questo che mi ha spinto a cercare “Dio” e ad avere il coraggio di scrivere e lasciare lì la mia paura. Guardare il cielo e le stelle ti fa sentire piccolo e soprattutto ridimensiona tutti i tuoi problemi.
Sono le persone con cui ho condiviso parte della mia vita e con cui tutt’ora condivido esperienze importanti.
2.Durante un’avventura sono fondamentali i compagni di viaggio, in loro sta la riuscita di un’uscita o meno.
Camminando per quella strada lunga ma non faticosa, abbiamo avuto l’opportunità di parlarci e conoscerci meglio. La strada era molto lunga, ci abbiamo messo molte ore per la destinazione, però per noi è passato in frettissima.
E’ possibile che se non avesse piovuto o se non fossimo stati solo noi o che se il “lavoro” l’avessimo dovuto fare spezzettato, singolarmente ecc ecc non avrebbe avuto lo stesso significato.
C’era feeling nel gruppo, c’erano contrasti ma in ottica costruttiva. Il clima era rilassato, sereno, senza attriti, MA ciò non è da confondere con la nostra indole di quei giorni: potevamo salire su un ghiacciaio su una mano sola.
Abbiamo condiviso insieme la felicità del momento.
2.E’ stata un’esperienza piacevole, riuscita grazie al fatto che potevo contare sul sostegno degli altri e io potevo essere di sostegno per gli altri.
3.Solo essendo coesi si può lavorare bene.
Un aspetto importantissimo è che mi piaceva quello che facevo: mi sono trovata coinvolta al massimo in quello che facevo proprio per questo motivo.
Questo servizio non mi era stato imposto e mi sono ritrovata sopraffatta dall’emotività del momento, trovandomi a mio agio con la comunità dell’ospizio.
Solo con l’aiuto l’uno dell’altro si riesce a superare gli ostacoli nel cammino.
2.Anche nel mondo degli scout, come nella vita, senza collaborazione non è possibile raggiungere qualsiasi meta.
3.Il risultato era pessimo, ma abbiamo creato i nostri cofanetti insieme.
Tramite la prima prova ho compreso quanto fosse utile la collaborazione nel gruppo: il treppiedi simboleggiava la coesione e in base a come si costruiva si valutava quanta coesione ci fosse nel gruppo. Nel mio caso il treppiedi è caduto dimostrando cosa mancasse in me e nei miei compagni. Da questa esperienza ho capito che bisogna essere uniti e capirsi.
Dietro queste esperienze deve esserci un gruppo che in queste determinate situazioni si sostituisce per me alla mia famiglia
Avere altre persone attorno che condividono le tue idee o che ti aiutano a godere i momenti di tutti i giorni è importante per la crescita personale e collettiva.
2.È stato fondamentale l’aiuto reciproco, il sostegno e l’amicizia.
3.Senza non c’è strada né condivisione.
Senza di loro non l’avrei vissuta con la stessa intensità. Mi hanno fatto compagnia al puto giusto dandomi la possibilità di riflettere
2.Ho imparato che in clan si ride e si scherza come si scherzerebbe con i propri fratelli.
3.Ha creato una situazione di confidenza e di amicizia che ha reso il viaggio un bel momento di condivisione e sollazzo. Inoltre, essendo con coloro che hanno condiviso lo scoutismo fin dai lupetti, è stato molto speciale.
E’ la comunità che si era creata quell’anno speciale ed è grazie a loro che ho vissuto giorni fantastici.
2.Ciò che ha reso questa esperienza indimenticabile è stato proprio il clima che si è creato fra di noi.
3.E’ grazie a loro se si riesce a non sentire la stanchezza, perché ti danno sempre un motivo per sorridere e non arrenderti mai.
Stare da soli sotto una volta stellata con il caldo del fuoco è un momento diverso, molto più introspettivo e riflessivo. Da questo racconto traspare la gioia dello stare insieme anche quando emozioni diverse, talvolta contrastanti, emergono…comunque si è insieme, ci si distrae e ci si sostiene a vicenda.
2.Strettamente femminile. Abbiamo passato una bella serata solo fra ragazze e ci siamo divertite molto.
3.Credo che, soprattutto nella vita scout, le persone con cui vivi le esperienze siano essenziali e parte dell’esperienza stessa.
Oltre ad essere un clan, un gruppo di scout, eravamo, e siamo tutt’ora, un gruppo di amici ed anche e soprattutto per questo stavamo bene.
Grazie a lui mi ricordo al meglio quell’esperienza.
2.Mi fa capire l’importanza del lavoro di squadra, fondamentale nella mia vita scout.
Grazie ad esso, tramite un semplice dialogo, ad isolarmi e a non sentire la fatica.
Ho trovato che compiendo questo servizio esso abbia colmato una parte del mio essere che spesso rimane in disparte.
Se ognuno fa ciò che sa fare senza che gli altri si sentano trascurati, permette alla squadriglia di avere efficienza senza un eccessivo sforzo.
Spesso nel gioco è quel che serve per renderlo avvincente.
2.Senza un po’ di sana competizione non si può giocare a pallascout, sarebbe inutile e noioso.
3.La voglia di svolgere un lavoro al meglio ci ha fatto credere di più in noi stessi.
Ci si sente più completi dopo un’esperienza del genere, un pezzo in più che si aggiunge al puzzle della tua vita e che rende il tuo ruolo nel mondo più definito.
Riuscendo a capire gli altri e a farsi capire dagli altri senza alcuna difficoltà, come se riuscissimo a decifrare i bisogni; ci univa ogni giorno di più.
2.Agire con gli altri per concorrere ad un obiettivo comune, capirsi soltanto scambiandosi un’occhiata, urlare insieme, ballare insieme, con compagni che ti accettano e vogliono con TE camminare, con TE dare gioia a chi ne ha bisogno, è lo sforzo armonico che consente di donare e raggiungere la felicità.
3.Senza di essa e del rapporto che abbiamo tra noi l’attività non sarebbe stata svolta al meglio.
Dà quel pizzico in più di allegria da riuscire a far entusiasmare anche il genitore più svogliato.
Per la prima volta eravamo così complici e così uniti che ogni distanza che di solito separa un capo da un ragazzo era scomparsa.
Questo tipo di amicizia supera quello che è il concetto classico di “amicizia” intesa troppo spesso come conoscenza fra due persone. In questo caso il legame profondo che unisce gli scout ci ha aiutato a godere al meglio quel momento.
E’ l’unione con le altre persone, il sapere che in quel momento i vostri pensieri convergono tutti assieme in perfetta armonia.
Dopo l’ascolto ho compreso che i nostri mondi [della ragazza e della madre] non sono così diversi.
La terza parte della prova mi ha fatto capire da un’altra luce cosa sono i valori dello scoutismo e le sue basi e su quali basi si fonda lo scout: comprensione, collaborazione, fiducia e coraggio.
La comunicazione con la natura e la riflessione ci aiutano a capire chi siamo e da dove proveniamo.
La comunicazione è alla base di tutto in un consiglio per affrontare i problemi che ci sono.
Perché è stata un’esperienza di benessere e felicità grazie alla comunità che mi circondava.
2.Siamo arrivati tutti e abbiamo gioito della felicità che il nostro servizio avrebbe prodotto, con la consapevolezza che quel giorno non c’era alcun “io” ma un solo univoco “noi”.
3.Solo stando insieme e con l’aiuto degli altri si possono lasciare alle spalle i problemi e le difficoltà e guardare avanti.
Sembrava che ci conoscessimo da sempre; i capi cercano sempre di donarci quante più cose possibili e i capi hanno cercato di comunicarci l’importanza delle nostre scelte e di quanto potevano influire all’interno della società.
I momenti che richiedono una profonda riflessione personale sono i momenti in cui cerchi chi ti è accanto: hai bisogno dell’altro e di sapere che l’altro c’è.
E’ stato un momento nel quale sono riuscita a concentrare appunto in una sola persona tutte le sue identità (mi sono mostrata per quello che ero).
Mi ha permesso di puntare all’obiettivo dando il meglio di me stessa.
2.Mi sono concentrata ad imparare un ballo difficile che a prima impressione sembrava semplice. Mi sono totalmente impegnata in quello che stavo facendo da non accorgermi del tempo che passava.
3.Mi ha fatto trascendere da tutto il resto per farmi godere appieno il momento.
E’ stato il motivo per cui ci siamo riuniti in conclusione del campo ed è la cosa che ha caratterizzato la serata.
Mi sentivo parte di una cosa sola; come se fossimo un corpo e anche senza uno questo non poteva prendere vita.
Ci permette di non perderci in astratti ragionamenti, mantenendoci ancorati al reale e stimolando un continuo impegno.
2.Dire fatti concreti all’interno di un’esperienza concreta di cammino e di condivisone reale mi ha fatto gustare la bellezza delle cose semplici e dei gesti e delle parole autentici.
3.A volte non solo il servizio, ma un po’ tutto quello che facciamo durante le attività perde il suo risvolto pratico, come se ci fosse una differenza tra la vita di tutti i giorni , con i suoi alti e bassi e le “cose” che si fanno tra scout. Le esperienze che restano concrete hanno qualcosa in più.
Stare con coloro con cui sei cresciuta ti fa fare esperienze diverse e particolari.
2.Si deve sempre avere qualcuno affianco con cui condividere qualcosa.
3.Mettere a disposizione le proprie idee per una crescita comune.
Non condivido tanto facilmente i miei sentimenti, a meno che sia una persona di cui mi fido.
La condivisione delle fatiche della route e del percorso di crescita personale stimolavano delle riflessioni.
Il tutto era stato reso speciale per il fatto che il luogo in cui festeggiavamo lo avevamo costruito col sudore noi e lì avevamo lavorato per giorni. La comunità si rafforza dopo aver condiviso la fatica di molte ore.
In strada si possono esprimere esperienze sia della vita quotidiana e quindi avere un’opinione o dei consigli da qualcuno che potrebbe vederla diversamente, ma con gli stessi tuoi valori; sia delle sensazioni sempre nuove che si stanno vivendo in quei momenti che possono essere di fatica che di libertà .
In quel momento ti senti parte di qualcosa di più grande e ti butti a occhi chiusi.
E’ stata la prima volta in cui sono riuscita a sfogarmi e parlare di TUTTO quello che avevo fatto e passato.
Il confronto mi è servito per capire a che punto del mio percorso mi trovassi e quali obbiettivi avessi raggiunto.
2.Dopo la riflessione è bello dire le proprie opinioni per confrontarsi con la persona che abbiamo accanto. Avere idee diverse porta la mente a scoprire nuovi modi di vedere il mondo, ampliando le conoscenze.
3.E’ la chiave della crescita: se viviamo sempre nei nostri standard, senza conoscere altri stili, non cambieremo mai né in peggio né in meglio.
Grazie al confronto sono riuscito a scoprire lo scoutismo oltre il mio confine: religioni, usanze tutte diverse dalle mie.
Credo che senza di questa, che sono riuscito, magari in parte, con il mio prete, a raggiungere, non mi sarei sentito così pieno, non avrei partecipato a quell’improbabile magia che mi ha dato un potente benessere.
Scoprire il carattere di una persona e cambiare idea su di essa (positivamente).
3.Nonostante ci conoscessimo tutti è stata un’occasione di conoscenza più vera e profonda.
Mi sono reso conto di ciò che succede nelle altre realtà fuori dal mio paese.
2.Ho avuto l’opportunità di crescere e di conoscere altre realtà.
Se io non fossi stata a conoscenza dei miei limiti e delle mie paure non sarei arrivata dove sono arrivata.
Nel corso della settimana abbiamo creato nuovi rapporti con i ragazzi che partecipavano alla scout week, ma anche con coloro che facevano le attività mattutine insieme a noi. È stato molto interessante conoscere nuove persone e le loro culture.
Dal momento che conoscevo solo una persona su quaranta mi ha aiutato a fare nuove amicizie.
Sono diventata consapevole delle mie capacità.
2.C’è stato il bisogno, la necessità, che entrassimo nel nostro ruolo, che iniziassimo ad essere consapevoli.
3.In quel momento ho fatto il punto della situazione capendo che stava cominciando una nuova avventura.
In reparto si ha un’età in cui, nonostante molte cose vengano proposte, si rifiuta un po’ tutto e non si ha consapevolezza della grande opportunità che abbiamo.
La consegna ai bambini effettuata direttamente da “San Francesco” ha rafforzato nettamente il suo significato.
Questo nuovo modo di pregare mi ha permesso di attribuire un nuovo valore al silenzio e alla solitudine.
E’ indice di qualcosa al di fuori della normalità delle classiche vacanze estive.
2.L’ambiente influisce sul corso dei pensieri, stimola.
3.Gli scout amano la natura.
Era una situazione nuova, mai affrontata insieme al clan. la relazione con i bambini ha permesso a ognuno di noi di tirare fuori aspetti nascosti.
La collina [comunità di detenuti] rappresenta un mondo spesso poco considerato.
2.Il contrasto tra i bellissimi paesaggi e i segni ancora visibili del terremoto.
E’ un ingrediente particolare perché allude al fatto che nel giro di dieci minuti passi dall’essere tutti insieme a parlare di quello che è stato il tuo cammino all’essere tu da solo a pensare a te stesso e agli altri che hai appena lasciato.
La convinzione che quello che stavamo facendo era necessario è stato sicuramente lo sprint per decidere di realizzare un progetto così grande.
Senza le giuste convinzioni e con valori negativi non si può entrare perfettamente nell’ambiente e si resta indifferenti ai momenti più particolari.
Sicuramente il clima che si genera in convivenza è unico e speciale ed è ottimo per creare legame.
Senza di essa non si può fare niente. Non si può fare un “gioco” ma nemmeno qualcosa di più grande, in una comunità e specialmente in un clan.
2.Se non ci fosse stata non avremmo fatto nulla! Non saremmo riusciti a vivere un’esperienza tranquilla.
3.La cooperazione è importante perché se tutti sanno cosa fare e come fare è tutto più facile e viene naturale riuscire a collaborare bene insieme.
Ogni tanto si bucava ma veniva sempre risistemato e alla fine è riuscito a portare a termine il suo viaggio.
Mostra come alcune persone decidono di abbandonare le proprie certezze e scommettersi con tutto se stessi, sfidando consapevolmente i propri limiti.
2.La cosa che mi ha colpito di più è stata il racconto del momento della partenza. Immaginarmi lì, al loro posto, voltare le spalle, forse per sempre, ad amici, famiglia e casa, anche dette, sicurezza e amore. Ci vuole coraggio…
Simbolo di cambiamento, abbattere la paura, superare i limiti e gettarsi a capofitto in una realtà unica.
2.Nonostante la paura ho deciso di andare avanti, vivermi a pieno l’esperienza e ricavare il meglio per me stessa.
3.Per essere riuscita a ripercorrere il mio passato e analizzare il mio presente attraverso le scelte prese e da prendere.
Mentre cercavamo di oltrepassare il più in fretta possibile quel sentiero lungo un paio di chilometri ci siamo stretti e tenuti per mano tutti per proteggerci l’un l’altro.
Senza coraggio non si possono compiere le grandi avventure, ma nemmeno vivere la propria vita credo.
Non possono non andare di pari passo, perché la paura, nel senso più positivo di quello che può creare, porta ad un tumulto di emozioni che spingono ogni membro della comunità a rimboccarsi le maniche e a caricarsi di coraggio.
Se non avessimo avuto quel cordino con noi avremmo dovuto saltare su quel piccolo nevaio.
L’odore del cordino unito al solco che lasciava nelle mani sono l’effetto tangibile che mi ha segnato!
Senza di essa non farei niente e non sarei spinto ad agire perché so già di fallire in partenza.
Così ho potuto scoprire che ho qualcosa in comune anche con chi sembrerebbe essere lontanissimo da me. Si può trovare un punto d’incontro tra culture diverse.
E’ il momento in cui la comunità collaborando agisce. non può esserci comunità senza partecipazione. il bene si raggiunge grazie a questa. qui si serve.
Si doveva fare un’attività tutti insieme in costume: indossavo una maglietta disegnata da mia zia che aveva realizzato con tanto amore.
Per riuscire a divertirsi, a provare tutte le emozioni che sono necessarie perché questa esperienza sia viva, c’è bisogno di creatività, di fantasia e c’è bisogno di avere tante idee per la mente, per non ripetere sempre le stesse canzoni, per far divertire gli altri ed essere in grado di condividere le proprie emozioni.
2.Serve molta creatività per poter ideare la struttura.
La natura che mi circondava è il soggetto di questa esperienza, ciò che mi ha reso così felice.
Se non ci avessi creduto anche la mia tenda delle certezze sarebbe volata via col vento.
Mi sentivo aiutata a riguardo della mia crescita fisica e soprattutto personale.
2.E’ stata una delle esperienze più formative della mia vita. ho acquistato fiducia nelle mie capacità. ho imparato che credere e sognare di poter realizzare i propri sogni è fondamentale per riuscire nei propri obiettivi.
Un forte senso di condivisione, il sentire l’empatia delle nostre sensazioni, sapere di provare le stesse soddisfazioni e fatiche, nel completo silenzio sapere di essere comunità.
Con la crescita, vivendo belle esperienze, avremo una marcia in più rispetto a chi, purtroppo, non ha la nostra fortuna.
2.Sono cresciuta, sono diventata più responsabile e sono cambiata; questo perché certe esperienze ti scombussolano e non torni a casa come sei partita.
3.Mi sono resa conto di avere risorse di cui non sapevo l’esistenza, mi sono stupita di me e, quindi, mi sento di aver fatto un passo in avanti.
Mi ha aiutato a crescere non solo in ambito scoutistico ma anche nella vita di tutti i giorni.
2.Ho espresso le mie potenzialità e ho individuato i miei limiti.
Camminare, rimanere per un po’ in silenzio aiuta ad ascoltarsi e a capire chi siamo e cosa vogliamo.
Tutte quelle emozioni, ciò che diventano, ciò che sono, stanno alla base della nostra crescita.
Visto come punto di arrivo. solo chi fosse stato in grado di accogliere Gesù avrebbe potuto alzarsi e baciarlo.
Essendo la gara in cucina, la cucina era la parte fondamentale ed è stato ciò che ci ha unito.
Si incrociano culture diverse, con un bagaglio culturale diverso e ci si arricchisce.
Stando insieme nel gruppo si era formato un rapporto unico in cui ognuno apriva il cuore all’altro e nonostante le incomprensioni, l’affetto risultava superiore a qualsiasi ostacolo.
Se non avessi avuto voglia di conoscere una nuova realtà non avrei potuto vivere l’esperienza in modo così intenso.
2.E’ ciò che muove tutto: mi spinge a vivere le avventure che vivo, a conoscere le persone con cui le condivido.
3.E’ ciò che mi ha spinto ad andare fino in fondo; e perché è quella che dà un po’ più di sapore a tutto.