Avendo gli stessi ideali dei miei amici e confrontandomi con loro ho fatto la scelta di continuare e questi ideali hanno fatto da collante fra loro.
Mi sentivo parte di qualcosa di più grande, come se fossimo tutti membri di un’unica famiglia.
Non possiamo agire senza sapere chi siamo, quali siano le nostre esigenze, i punti di forza, di debolezza….
Sapere chi eravamo, chi siamo e chi saremo, è un fattore determinante per il clan.
Quando presenti la tua cultura al resto del mondo è necessario il proprio senso di identità.
Il fatto di vivere qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima ha portato tutti a fare più attenzione agli altri e a non vivere come automi le giornate. Questo ci ha permesso di entrare più a contatto tra di noi e a formare dei legami.
Abbiamo potuto affrontare il tema della fede in maniera diversa da come l’abbiamo sempre affrontato e in un momento difficile per noi.
Probabilmente se avessi avuto una persona meno aperta e meno simpatica e disponibile, il servizio non sarebbe stato lo stesso.
Il fatto che fossi ancora al mio secondo anno mi ha portato a buonissime aspettative per il futuro.
Io pensavo di non arrivare al rifugio, ero molto stanca, ma grazie alla mia comunità sono arrivata a destinazione. Il “tu sei grande” è indicato alla mia comunità.
Era un momento conclusivo che non avrebbe avuto senso se prima non avessimo vissuto gli altri (dell’evento).
Durante il mio momento ho sentito le aspettative degli altri e questo peso è stata un’ulteriore causa della mia agitazione.
Eravamo isolati dalla civiltà e senza strumenti che ci permettevano una vita comoda.
In una situazione nuova ti rimane difficile sapere cosa fare e l’imbarazzo sta nel trovare una soluzione, cosa difficile se combatti con un’emozione. Questo aspetto sta sia nel momento di condivisione sia nel dover stare in un gruppo e sentirti parte di esso anche essendo “diverso”. Imbarazzo anche nell’incapacità di reagire di fronte ad una sorpresa.
Avere una buona immaginazione serve a immaginare le cose migliori.
2.Il fatto di avere circa nove anni mi ha permesso di vivere quelle storie nella mia mente. Immagini, suoni e personaggi che sono nati dalla mia immaginazione mi hanno permesso di ricordare molto bene quelle esperienze.
Senza si sarebbe stati solo un corpo estraneo in ciò che stava accadendo facendo diventare l’attività un semplice “sonnellino”.
2.<p>Mi sono immedesimata nei lupi e nei cuccioli, ho vissuto il momento con i loro occhi.</p>
Ciò che ha contribuito a rendere indimenticabile questa esperienza è anche il fatto che da sola, solamente con i rumori della natura circostante, ho potuto cogliere meglio le mie emozioni.
L’immersione nella natura è molto coinvolgente e molto facile da raggiungere, specialmente se davanti ad un panorama come quello della Val Codera.
2.Perché si crea l’atmosfera utile per riflettere.
Era la sensazione cardine che guidava quella giornata. L’impegno preso quel giorno non era una semplice promessa fatta agli amici, era LA PROMESSA che sarebbe rimasta per tutta la vita e mi avrebbe guidato in ogni mia scelta.
2.Mi sono reso conto di riuscire ad essere di grande aiuto, di essere uno di quelli in cui molti capi campo riponevano la loro fiducia proprio per l’impegno che ho dimostrato di mantenere.
3.Senza faticare, senza impegnarsi, il risultato si gusta di meno, sembra “meno vero”, ottenuto per puro caso; invece avendo dato il nostro massimo, l’impegno è stato il collante della squadriglia.
Per realizzare un buon lavoro di gruppo bisogna che tutti facciano del loro meglio
E’ importante investire tempo ed energie impegnandosi in quello che si fa per prepararsi e per raggiungere il risultato finale.
Ho capito l’importanza del confronto con gli altri gruppi e ho messo alla prova me stessa.
E’ colui che ha fatto si che questa persona sentisse i sentimenti descritti e che facesse riflettere su argomenti un po’ lontani da noi.
Senza di esso non avrei vissuto questa particolare esperienza.
2.Nonostante questo il fuoco è rimasto comunque acceso, e mi ha reso forte [la prova dell’accensione del fuoco] dinanzi alle altre avversità che mi si sono poste davanti andando avanti con la mia esperienza.
Abbiamo passato l’uscita senza avere schemi su cui basarci e vivendo a pieno i momenti, non organizzandoci uno dopo l’altro.
Il fatto di essere al buio, in silenzio con solo il suono del mare mi ha portato a pensare.
E’ più facile parlarsi mentre si sta facendo qualcosa di materiale, rispetto a quando siamo “obbligati” a parlare.E’
E’ stato fondamentale avere un motivo per aprirmi al dialogo con persone con le quali avrei avuto altrimenti solo un rapporto superficiale. Un dialogo che mi ha incantato ed ha lasciato in me un’attenzione nuova, la vista più profonda di ogni persone.
2.Solo nel confronto con gli altri si è in grado di conoscere meglio se stessi.
3.Attraverso le parole di un familiare ho capito l’importanza di questa persona per il paese.
Mi ha permesso, attraverso la preghiera, di guardarmi dentro e sentirmi parte di qualcosa di più grande.
La loro perfezione nell’essere speciali; e la loro determinazione nonostante gli ostacoli che la vita gli aveva posto sul loro cammino.
Essendo completamente immersa nei miei pensieri sono riuscita veramente a riflettere.
La totemizzazione è una cerimonia personale avvalorata però dalla partecipazione di tutto il gruppo scout, dando più valore al tutto.
Ti fa apprezzare le cose che se conoscessi già non impareresti a conoscere.
2.Il nostro non sapere a cosa stavamo andando incontro ci ha fatto buttare e ci ha messo nelle mani di quelle persone.
Quella sera eravamo tutti quanti uniti dallo scoutismo e dalla fantastica esperienza che avevamo vissuto.
2.Ciò che ha fatto la differenza è stato avere qualcuno con cui condividere l’esperienza e per cui migliorarsi e andare fino in fondo.
3.Per me è sempre l’ingrediente fondamentale, perché se un momento è bello è ancora più bello condividerlo con chi amo.
Sono stata coinvolta emotivamente e fisicamente in tutto e per tutto.
2.E’ fondamentale vivere dei momenti forti, appunto intensi, per far uscire le idee/riflessioni migliori.
Ho avuto la possibilità di interagire amichevolmente con esseri stranieri e non, avendo così la possibilità di ampliare le mie conoscenze.
Rendeva più forte la sensazione di appartenenza al mondo.
2.<p>Essere internazionali è essere aperti al diverso. La curiosità che ci spinge a cercare ciò che ci rende uguali e provare le esperienze che rende speciale ognuno di noi.</p>
Lavorare insieme ci venne così naturale, non avevamo bisogno di chiedere o di spiegarci, ci capivamo perfettamente.
2.Girarsi e guardare i propri amici, sapere che basta una frase per portare ad iniziare a correre.
3.Senza l’intesa, la complicità con la mia squadriglia niente sarebbe stato lo stesso, solo tramite una forte intesa tutto è stato organizzato al meglio.
E’ stato importante potersi venire incontro, riconciliarci fra noi, condividere la soddisfazione della fatica superata e della bella esperienza piuttosto che viverla da soli.
Se non fossi stata da sola o con pochi intimi, se avessi avuto il telefono per parlare con i miei cari avrei perso quell’attimo facendo foto e facendomi trasportare dal chiasso, dal rumore degli altri. Invece lì eravamo io e la natura, nient’altro.
Ero pronta per l’avventura.
2.Ho affrontato tutto con tenacia e senza fermarmi.
3.C’era voglia di fare le cose, farle bene, farne di più! C’era voglia di imprevisti per poter mettersi in gioco e di improvvisare, seppur la nostra voglia di fare questa nostra route ci aveva portato ad organizzare tutto quasi perfettamente.
E’ la base per affrontare il punto della strada. Trovare il silenzio intorno a te e cercare di capire i pensieri che ti tormentano. Riflettendo sul mondo che ti circonda, sul futuro che sarà e sul presente che è alle porte.
2.Il fatto di guardarmi dentro mi ha aiutato a capire me stessa e vedere cosa avessi appreso fino a quel momento.
Si tratta di un processo lento e graduale, per questo bisognava ci fosse una disponibilità da parte mia di dedicarci tempo.
E’ importante investire tempo ed energie impegnandosi in quello che si fa per prepararsi e per raggiungere il risultato finale.
Questa esperienza ha svelato delle parti di me che non conoscevo. Ho scoperto un “io” più sicuro, determinato e tenace, completamente diverso.
Ti consente di conoscere meglio te stesso.
2.Mi sono allontanato dalla confusione e mi sono riuscito a concentrare su ciò che mi preoccupava.
3.Per le cose personali ci vuole un po’ di momenti solitari.
Nel mondo in cui viviamo, vivere un’esperienza simile a puro contatto con la natura e con gli amici è un evento raro e mistico.
L’essere dovuti stare chiusi in casa per un paio di giorni ci ha fatto conoscere meglio.