Mi sentivo parte di qualcosa più grande di un semplice gruppo di amici.
2.Gli scout sono la mia seconda famiglia, fatta e creata a modo mio: in base alla mia volontà e alla mia necessità.
3.Un gruppo scout deve essere un organismo familiare dove ognuno è un pilastro fondamentale per formare il clan.
Abbiamo spremuto i nostri cervelli e espresso le nostre emozioni e trasformato ciò in parole che si incastravano a vicenda [hanno composto una canzone].
2.I colori messi semplicemente in un piattino rimangono là senza un nesso logico: Utilizzati con fantasia possono dare vita a qualunque cosa.
Questa forse dovrebbe essere la condizione che ci dice cosa fare e cosa non fare.
Tira fuori tutto quello che quotidianamente non si nota, sia nel bene che nel male. Per questo la fatica ci porta alla conoscenza degli altri e ci aiuta a creare comunità.
2.È ciò che aiuta a vivere pienamente, quando fatichiamo è come se ci liberassimo di tutto ciò che ci portiamo dietro, solo grazie a questo effetto ho potuto vivere l’esperienza che ho vissuto.
3.Un percorso senza difficoltà è una vacanza. Se si fa fatica allora è un viaggio.
Solo portandoci davanti ad un ostacolo concreto possono emergere al massimo i due precedenti ingredienti.
Faticare insieme ci ha unito ulteriormente, nonostante lo fossimo già molto. Tutte noi stavamo faticando, ne eravamo ben consapevoli, quindi il lavoro di squadra fu fondamentale, senza ne saremmo uscite tutte e quattro distrutte.
Avevo un po’ di paura per quello che mi succedeva, e quindi fatica e ansia per quello che facevo e facevano gli altri.
Ho avuto modo di vivere a pieno la vera essenza dello scoutismo.
2.Era l’elemento collante che nonostante le diversità ci rendeva tutti uguali.
Prima di partire per quel campo vivevo lo scoutismo come un gioco che iniziava e che finiva in quelle poche ore trascorse in uniforme. Dopo quei racconti che mi hanno portato paura, sommati allo stress, mi hanno fatto raggiungere una vera consapevolezza, tradottasi probabilmente in febbre.
In quel momento mi sono e ci siamo sentiti molto vicini a Dio.
2.Durante questo momento l’incontro con Dio mi ha aiutato a guardarmi dentro e a ricevere l’aiuto necessario per prendere questa importante decisione.
3.Il momento in questione era quello di una messa importante, partecipata da migliaia di persone. La fede mi è stata poi di ausilio nel ricordarmi per quale motivo io mi stessi trovando lì in quel momento e per quale scopo stessi eseguendo quel servizio.
E’ la prima volta che mi sono posta delle domande, cercando anche di guardare le cose da punti di vista diversi. Cercare e vivere la fede nelle cose più semplici: la strada, i miei compagni di viaggio e tutti gli altri pellegrini incontrati durante il cammino.
So che lascio andare persone che mi sono state accanto.
2.Nel fare un campo, nel venire agli scout, donare qualcosa e lasciare un segno ti fa sempre stare bene.
3.Quando un tuo sogno si avvera senti tantissima felicità.
Quel momento mi ha fatto capire che bastano piccole cose, piccoli e sinceri gesti, a renderci felici.
Sentirsi accolta e parte di un gruppo è una cosa che ti rende felice.
2.Era al contempo quello che davo e quello che ricevevo. Il sorriso era il più semplice e ricco modo per esprimere questa felicità.
E’ molto importante mostrare agli altri la felicità. Spesso queste persone [senzatetto] si trovano in situazioni molto più gravi delle nostre; con la nostra presenza scopri che questa gente è autentica davanti a noi.
Per superare le difficoltà c’è stato bisogno di una naturale dose di fiducia; ho accettato di mettermi a nudo davanti agli altri, senza aver paura di giudizi negativi, facendo conoscere semplicemente la vera persona che sono e vorrei essere tutti i giorni dell’anno.
2.Mi ha dimostrato come la forza di un singolo sia nel gruppo e come quella del gruppo sia nel singolo. Senza ciò non avremmo mai avuto quel fuoco.
3.Senza la fiducia la squadriglia non può definirsi tale, io credo che sia una qualità importantissima che porta allo sviluppo della squadriglia.
E’ qualcosa di cui ognuno ha bisogno per agire nella vita; quando il sostegno degli altri si somma a tutto ciò, essa si amplifica notevolmente.
E’ stata fondamentale. Sebbene ognuno lavorasse ad una parte del Diario, e nessuno controllasse nessuno, sapevamo di poter contare l’uno sull’altro e che nessuno “si sarebbe arreso”.
E’ stata necessaria perché ha reso possibile che io potessi aprirmi e dare il meglio e potessi godermela spensieratamente.
L’essere scout mi ha portato ad essere migliore. Ad esser viva, critica, determinata. Fiera delle rinunce e delle anomalie che l”essere scout mi fa affrontare, orgogliosa del valore e dei momenti che condividiamo.
Il più importante ingrediente è il momento dell’esperienza. Era la fine della montagna, simbolicamente dell’esperienza in reparto, ma allo stesso tempo l’inizio di qualcosa di stupendo: il paesaggio certo, ma anche dell’alba della nuova esperienza di noviziato.
Camminare senza il mio clan, sperimentare nuovi cibi e confrontarsi con persone da tutto il mondo mi hanno reso le cose difficili, ma più dolci da ricordare.
Per me risulta fondamentale mettere per iscritto ciò che provo. Mi rende tutto più chiaro e meno pesante.
Il fatto che ad una delle altre squadriglie è caduta la pasta per terra. Senza fortuna avrei avuto meno probabilità di vincere.
2.Tutto ciò che ci ha portato ad essere insieme in tenda è stato un insieme di casi positivi.
Forza di reagire e non scoraggiarsi mai.
2.La forza di recitare, cantare davanti a quel pubblico silenzioso.
3.C’era sempre. Quando mancava a me l’avevano loro e viceversa.
L’essere insieme creava un’atmosfera in cui ci si trasmetteva forza a vicenda.
2.Sono riuscita a trovare in me la forza di presentare con orgoglio la mia sq e poi perché questo sentimento mi è stato trasmesso dalla mia sq che, anche se non vedevo, sentivo e sapevo che mi avrebbe seguito.
3.E’ stata la forza nell’attraversare il monte che ci ha fatto sentire più uniti il giorno dopo.
Non credere al momento, non farsi trasportare dalla commozione ma capire la gioia immensa che si stava creando e che da quel momento non ci ha abbandonati, energia che riusciamo a trovare in ogni esperienza.
2.Ti permette di compiere scelte che altri non avrebbero mai potuto compiere.
Se non mi imponevo di andare avanti non sarei mai arrivata alla meta.
2.Siamo riusciti a non perderci d’animo e a decidere di reagire alla situazione invece che subirla.
Grazie sempre alla squadriglia ho trovato la forza di volontà che mi serviva per andare avanti.
La sua testimonianza mi ha fatto capire che se per raggiungere un obiettivo bisogna affrontare un “viaggio” pieno di insidie il gioco potrebbe davvero valere la candela.
E’ il simbolo della promessa, è un elemento che ci accompagna per tutto il percorso scoutistico.
Senza il celebrante non avremmo mai scoperto un lato della chiesa che a noi giovani è piaciuto molto ed è stato capace di riscoprire il lato spirituale di ognuno di noi.
Aver avuto un rapporto di fraternità verso i miei amici che reputo fratelli.
2.C’era un’unione umana in quanto era un lavoro collettivo.
3.Ha unito tutti i componenti della comunità rendendo indimenticabile il momento per tutti.
Ha reso questa esperienza [world scout Jamboree in Svezia] indimenticabile perché ero circondato da quarantamila persone con cui avevo solo in comune un grande spirito d’avventura e un’unica promessa.
2.Mi sentivo accomunata da un forte senso di appartenenza, nonostante fossi circondata da persone sconosciute di cui non sapevo neppure il nome.
Sono riuscito ad essere calmo anche in una situazione come l’hike, pensavo di non essere in grado di farlo.
Ero terrorizzata dall’idea di morire, così a volte per tranquillizzarmi si finiva con lo “sdrammatizzare” e rendere l’atmosfera tranquilla
Ha permesso di creare armonia e vivere un momento di vera comunità.
2.E’ quello che rende possibile la magia. Scioglie i nostri muri ideali e caratteriali unendoci in unica fiamma.
3.E’ stato ciò che ci ha tenuto insieme: il calore di quel fuoco è rimasto impresso sulla mia pelle.
Ci hanno permesso di fantasticare su quello che abbiamo fatto e su quello che vorremmo fare nella nostra vita scout e non.
