Ho scoperto che anche io potevo dare qualcosa per gli altri, semplicemente donando me stesso (“semplicemente”). Quello che sono riuscito a creare mettendomi in gioco, spogliandomi di rabbia e paura, ho capito che era qualcosa di veramente bello.
Non avevo mai abbracciato ragazzi sconosciuti e l’esperienza mi ha affascinato molto.
L’accoglienza degli altri R/S da tutto il mondo ha donato uno spettacolo ai nostri occhi e trasmesso fratellanza al nostro cuore.
Accogliere l’altro per quello che è, senza pregiudizi, permette di sentirsi parte di una comunità e quindi di mettersi in gioco nelle diverse situazioni.
Mi sono sentita accolta in un gruppo che non sapeva molto di me, ma comunque ha voluto accettarmi e conoscermi.
2.Paura iniziale, smorzata dalla mano tesa della mia comunità sempre pronta ad aiutarmi.
Eravamo in uscita in un posto sconosciuto, essere accolti è sempre una cosa bella e sorprendente.
2.Perché era offerta proprio da chi non aveva una casa.
Ha reso gratificante il servizio facendomi capire quanto era stato utile il nostro impegno.
Andavo a raccogliere l’acqua, non a caso elemento fondamentale per vivere.
2.Ci ha pulito e ci ha messo in unione con il luogo.
3.Ci sono sempre dei momenti in cui quello che è sempre a portata di mano scarseggia e se ne apprezza il vero valore.
E’ stato necessario con persone che non conoscevo per instaurare un buon rapporto di convivenza in quelle settimane e perchè era una situazione che non mi era esattamente ideale e che mia ha quasi costretto ad aprirmi.
Ci ha permesso di rendere speciale il pomeriggio nonostante non fosse come lo avevamo progettato.
Senza una prima adesione, con cui mi sono sentito parte del gruppo non avrei mai potuto fare questa esperienza.
La grande sfida della route sui Nebrodi è stata superata grazie all’aiuto dei compagni.
Lega le persone, permettendogli di condividere le proprie emozioni e donarle agli altri.
2.Certamente l’affetto che ho ricevuto da tutto il gruppo è stato straordinario ed è stato proprio questo che mi ha dato la forza per andare avanti e per ricordarmi che l’amore alla fine è veramente il motore del mondo
Senza l’aiuto/supporto fisico e morale da parte della sq non sarebbe mai diventato il momento più bello della mia vita scout.
Era un momento in cui dovevamo affidare qualcosa di davvero intimo a qualcuno che non sapevamo chi fosse.
Il sorriso ti fa cogliere il lato positivo e ti fa veder la realtà da un altro punto di vista.
E’ proprio in quel momento che ero più preoccupato e, da una parte, ero talmente in ansia che neanche mi sono accorto e già toccava a me e, dall’altra, sembrava che il tempo non passasse mai mentre lo facevano gli altri.
E’ alla base dello sport di squadra.
2.Senza di esso non si può partecipare in modo adeguato ad una competizione.
Aiutare gli altri per raggiungere insieme la meta.
2.Anche se stanchi abbiamo trovato la forza per aiutare gli altri quando questo era difficile.
Oltre ad alleggerire il lavoro mi ha aiutato a capire i miei limiti e dove ero più capace rendendomi quindi più responsabile.
La bellezza della route invernale era data dalla nostra disponibilità di aiutare.
Ci siamo aiutate a vicenda e abbiamo scoperto delle cose nuove.
2.Senza l’aiuto che mi è stato dato non avrei capito quanto gli altri abbiano bisogno del mio.
3.Essendo che c’erano persone in difficoltà, tutti noi ci mettevamo a disposizione l’uno per l’altro.
Perché la bellezza della route invernale era data dalla nostra disponibilità ad aiutare.
2.Quando una persona aveva bisogno veniva aiutato.
3.Pensavo di non averne più bisogno…
Ha contribuito enormemente al nostro divertimento (citazione: che bambine femmine!!).
E’ uno dei fattori più evidenti e sentiti al campo di Pasqua.
3.tutti hanno bisogno un po’ dell’altro, per questo bisogna camminare insieme aiutandoci l’un l’altro
Se nella squadriglia ci sono elementi che magari sono più timidi o magari hanno particolari difficoltà è giusto renderli partecipi anche facendoli mantenere un palo o tirare un tirante della tenda, perché anche loro sono un membro della famiglia e in quanto tali vanno aiutati come fratelli o sorelle più piccole.
Ho riscoperto e fatto gruppo con il nuovo anno.
2.E’ un momento della giornata che solitamente non viviamo insieme ad altre persone.
La capacità di non pensare al luogo in cui ci trovavamo e ai motivi per cui i bambini erano lì.
Trascorrevamo momenti con tanta gioia e voglia di fare.
2.<p>Eravamo sempre allegre anche se il percorso era difficile.</p>
L’allegria dovrebbe sempre essere con noi e trasmetterla all’altro nei momenti in cui è triste e giù di morale.
2.Anche se magari le cose non vanno sempre per il verso giusto bisogna sapersi godere i momenti nel migliore dei modi.
3.<p>Questi bambini hanno una storia difficile, e un sorriso per loro è importantissimo.</p>
Sebbene ci fossimo trovati in difficoltà e ci fosse stata un po’ di preoccupazione anche tra i capi, si stava davvero bene insieme, ci sentivamo coinvolti ed uniti e si continuava a ridere e scherzare.
Interrompere la quotidianità è un elemento essenziale e rende le esperienze scoutistiche tali.
Non tanto per lo stato d’animo che tradizionalmente manifestano, quanto per la magia che riuscivano a creare. La pioggia ci fa riflettere, ne abbiamo bisogno, non solo del sole. Il sole è l’esplosione dei colori, delle voci; la pioggia è un sussurro della natura.
Gente nuova da conoscere e con cui confrontarsi.
2.Se non ci fossero le sofferenze degli altri a farci piangere non piangeremmo mai.
Anche noi siamo gli altri e la felicità si raggiunge condividendo delle emozioni e dei sentimenti. Dei buoni compagni di viaggio ti aiutano anche a superare le difficoltà.
2.E’ grazie a come gli altri mi hanno fatta sentire che ho vissuto questo momento.
3.Nonostante spesso mi piaccia isolarmi e stare per conto mio, i miei amici e compagni di avventura sono sempre la forza che mi fa superare le difficoltà e crescere, aiutandomi a vedere quella che era una paura come un motivo di gioia.
Abbiamo incontrato gente [abitanti di Scampia] che si dona completamente agli altri senza alcuna riserva.
Il posto dove mi accampai per dormire era nello stesso posto dove, quando facemmo l’hike di squadriglia, accidentalmente pestammo un alveare di vespe che ci punsero. Era lo stesso prato.
Non è salutare accontentarsi di essere “MEDIOCRE”: proprio negli scout si ha la possibilità di valicare i propri limiti. E con ciò non intendo dire che lo scoutismo ti plasma per diventare un “ÜBERMENSCH”, ma piuttosto per migliorarti.
Trattandosi di un’esperienza che richiede un trasporto sensitivo ed emozionale, solo lì ed a quelle condizioni avrei potuto viverla.
2.Dalla collina era possibile scorgere la vastità e la magnificenza dell’intera vallata comprensiva del fiume.
3.Essere immersi nella natura ha reso tutto più suggestivo. Non sentire i soliti rumori della città, ma sentire solo il rumore del vento tra le foglie e gli uccellini.
Probabilmente ero in un luogo nuovo da scoprire e ciò ha aiutato perché non pensavo solo alla fatica.
2.Senza un clima che leghi e indirizzi tutti verso un’unica direzione è difficile avere una così profonda attenzione ai dettagli e ai momenti particolari.
3.Tutti gli elementi della stanza, dal fuoco al tavolino, hanno contribuito a creare un’atmosfera unica.
La cosa più bella al campo è il posto in cui si va. La totale immersione nella natura e il senso di appartenenza alla terra. Lì, come sempre, ci si sentiva bene, liberi da tutti.
Senza di loro la serata non sarebbe stata la stessa, non avrei voluto nessun’altro con me in quei momenti.
2.Così si può parlare e scherzare con gli altri, ad esempio raccontare una barzelletta.
3.Senza di loro sarebbe stato solo camminare.
Essendo insieme ai propri amici la fatica si sentiva di meno ed era più bello lavorare.
E’ il più grande dono che lo scoutismo mi abbia donato.
2.Relazioni che contemporaneamente hanno influenzato e sono state influenzate dalla route. Relazioni che hanno arricchito l’esperienza.
3.Condividere i propri pensieri insieme agli amici aiuta a sentirsi meno soli.
Nonostante non parlassimo la stessa lingua siamo riusciti a stringere amicizia e ad aiutarci durante il percorso.
Ha reso più coinvolgente il raggiungimento della specialità. Mi piace la collaborazione.
Avevo un rapporto di amicizia e mi dispiaceva lasciare tutte le persone a me care.
Senza l’amicizia che si è creata negli anni non avrei potuto provare quelle sensazioni.
Da qual momento, anzi un po’ prima, ho iniziato ad avere delle vere amicizie, che durano nel tempo e mi hanno aiutato a crescere.
Siamo tornati a casa con una profonda ammirazione nei confronti dei nomadelfi. Io, in particolare, sono tornata con la convinzione che una realtà del genere è però solo un’utopia che non può esistere realmente al di fuori di quel villaggio.
La persona a cui ho donato il regalo era il mio capo clan, il mio più grande punto di riferimento.
2.L’ammirazione che provo nei confronti della mia sorella scout mi ha reso possibile trovare un modello dei valori scout da seguire.
Solo attraverso l’amore è possibile dare e ricevere. L’amore è l’ingrediente fondamentale del servizio.
2.Ho donato tutto me stesso a queste due fantastiche persone [ragazzi disabili].
La lettera scritta a tutti è un segno di affetto verso tutto il reparto, capi compresi.
L’analisi di se stessi e del proprio operato serve a migliorarsi partendo da un punto fondamentale: l’autocritica.
Molto spesso non è facile svuotare la mente e non essere condizionati dalle idee. Ma quando lo si riesce a fare la ricchezza del pensiero è ancora più grande.
Sono pienamente cosciente che senza quell’ansia che, in un certo senso mi opprimeva, quell’esperienza non sarebbe stata la stessa. L’ansia mi ha aiutato a vivere meglio e a pieno quell’esperienza per immergermi ancora di più nella sua sacralità.
Naturalmente si parla del proprio protagonismo, invece io ho pianto nel sentire il momento speciale degli altri. Tuttavia anche la scelta di iniziare un’avventura del genere a questa età è inusuale.
Se fossi rimasta immobile mentalmente non avrei avuto la possibilità di conoscerli sotto una nuova me.
Il viaggio/campo è stato fatto per festeggiare due anniversari importanti che hanno segnato l’inizio della vita scout di tutto il mondo e del gruppo del mio paese.
2.Con quella cerimonia si fa finalmente parte di una comunità che si conosce parzialmente, si vuole conoscere ma soprattutto si vuole vivere.
In pochi momenti ho vissuto in pieno il senso di accoglienza a un gruppo che tanto mi ha dato e che spero di aver arricchito con la mia esperienza.
Ogni momento era speciale ed unico, sono riuscita a vivermeli in tranquillità e senza pensieri.
La nostra route era in Val Codera ed i nostri capi hanno fatto in modo che i nostri passi si muovessero proprio dove in passato si erano mossi quelli delle Aquile Randagie.
Tra i nostri pensieri.
2.E’ necessaria per sentirsi bene all’interno di un gruppo.
3.Tra il gruppo.
Ho vissuto questa esperienza all’insegna dell’armonia, con una tranquillità e spensieratezza tale da farmi perdere la cognizione del tempo.
La predisposizione all’ascolto è fondamentale per un buon percorso di fede.
2.Devi avere sempre un orecchio e attenzione verso chi ha bisogno e cercare di soddisfarlo.
3.Ascoltandoci abbiamo superato le diversità ed accolto i punti comuni.
Quelle sensazioni le ho provate solo perché sono riuscito ad uscire dagli schemi quotidiani, a lasciare viaggiare i miei pensieri.
Il recinto in cui dormivamo ospitava anche 3 asini che, in teoria, sarebbero dovuti stare in uno spazio apposito, diviso da barriere. Ma gli asini avevano sfondato le barriere e avevano dilagato: sono rimasti a fissarci tutta la notte.
Elemento che ha eliminato le barriere attraverso le quali solitamente si osservano determinate realtà e che ha portato allo smantellamento di quegli stereotipi che spesso non permettono il rapportarsi con il “diverso”.
E’ un luogo dove le persone sono felici, non appena sono arrivata ho notato subito questa cosa e dopo sono riuscita a stare veramente bene.
Non capita spesso di respirare un’aria così di accoglienza e comunità nonostante eravamo comunque 4000 persone.
Era un momento magico, era un momento di pace e tranquillità. Senza pensieri.
2.Quell’atmosfera ti calava perfettamente in un’altra realtà perché poi di fatto quel nome totem rispecchia me nella realtà scout. Di questa atmosfera facevano parte le mie amiche travestite, le “prove” che ho dovuto affrontare e i colori di cui mi hanno cosparso la faccia.
3.Se non fossi stato in uno spazio verde, con un unico suono i grilli, probabilmente non sarei riuscito a concentrarmi e a far uscire ciò che ho poi scritto.
Nonostante tutti gli screzi che in una realtà è normale che accadano, eravamo circondati da un’atmosfera così tranquilla che ha placato tutti i bollenti spiriti.
Ha permesso di cogliere le particolarità di un determinato luogo. Inoltre ha permesso a ciascuno di stupirsi per piccoli dettagli, che in altre occasioni non avrebbe notato, facendolo sentire nulla in confronto alla vastità e molteplicità dell’esistente.
Grandi errori possono essere scaturiti da piccole distrazioni. Bisogna sempre dare un occhio ai piccoli onde evitare grandi problemi derivanti dall’inesperienza.
In un gruppo, noviziato o clan, è essenziale l’attenzione data: senza di essa non si riesce a creare un clima di clan.
Ciascuno dei partecipanti sognava già prima dell’evento di giocarsi con gioia nell’avventura.
Stare insieme attorno ad un fuoco comporta il fare qualcosa, unirsi tutti insieme in un ridicolo bans o fare dei giochi. Attività che permettono di non sentire il tempo che passa immergendosi in ciò che si sta facendo, lasciandosi trasportare fino in fondo.
2.X
Stare insieme attorno ad un fuoco comporta il fare qualcosa, unirsi tutti insieme in un ridicolo bans o fare dei giochi. Attività che permettono di non sentire il tempo che passa immergendosi in ciò che si sta facendo, lasciandosi trasportare fino in fondo.
Ho dovuto capire cosa non andava bene nella mia vita e migliorarla prefissandolo come obiettivo.
Senza non sarebbe possibile progredire verso un migliore futuro per il clan, ma soprattutto per noi stessi.
2.Solo con questa si può accrescere la propria maturità.
Stiamo crescendo ed è importante iniziare a cavarsela da soli. Anche partendo dalle piccole cose come l’organizzazione e la realizzazione di una recita.
2.Abbiamo potuto gestire da soli i tempi, prendere decisioni e muoverci autonomamente. È stato un ulteriore motivo per dare il massimo.
Se non l’avessi avuta, non sarei stato chiamato a svolgere il compito di capo squadriglia.
L’emozione di intraprendere una cosa nuova.
2.Ho potuto mettermi alla prova e migliorarmi. L’avventura stimola la mia curiosità e mi fa sentire quel senso di appartenenza che mi lega ai miei compagni.
3.Permette di evadere dalla realtà quotidiana e di scoprire un mondo nuovo attraverso la natura. Inoltre l’avventura ci porta alla scoperta di noi stessi e dei nostri limiti.
Se tutto fosse filato liscio, senza incovenienti, probabilmente non sarebbe stata la stessa cosa; ma le sfortune prese con il sorriso e ridendoci sopra sono state un punto di unione e forza in questa esperienza.