Mi sono sentita accolta in un gruppo che non sapeva molto di me, ma comunque ha voluto accettarmi e conoscermi.
2.Paura iniziale, smorzata dalla mano tesa della mia comunità sempre pronta ad aiutarmi.
La grande sfida della route sui Nebrodi è stata superata grazie all’aiuto dei compagni.
Lega le persone, permettendogli di condividere le proprie emozioni e donarle agli altri.
2.Certamente l’affetto che ho ricevuto da tutto il gruppo è stato straordinario ed è stato proprio questo che mi ha dato la forza per andare avanti e per ricordarmi che l’amore alla fine è veramente il motore del mondo
Senza l’aiuto/supporto fisico e morale da parte della sq non sarebbe mai diventato il momento più bello della mia vita scout.
Era un momento in cui dovevamo affidare qualcosa di davvero intimo a qualcuno che non sapevamo chi fosse.
Aiutare gli altri per raggiungere insieme la meta.
2.Anche se stanchi abbiamo trovato la forza per aiutare gli altri quando questo era difficile.
Ci siamo aiutate a vicenda e abbiamo scoperto delle cose nuove.
2.Senza l’aiuto che mi è stato dato non avrei capito quanto gli altri abbiano bisogno del mio.
3.Essendo che c’erano persone in difficoltà, tutti noi ci mettevamo a disposizione l’uno per l’altro.
Ha contribuito enormemente al nostro divertimento (citazione: che bambine femmine!!).
E’ uno dei fattori più evidenti e sentiti al campo di Pasqua.
3.tutti hanno bisogno un po’ dell’altro, per questo bisogna camminare insieme aiutandoci l’un l’altro
Se nella squadriglia ci sono elementi che magari sono più timidi o magari hanno particolari difficoltà è giusto renderli partecipi anche facendoli mantenere un palo o tirare un tirante della tenda, perché anche loro sono un membro della famiglia e in quanto tali vanno aiutati come fratelli o sorelle più piccole.
Anche noi siamo gli altri e la felicità si raggiunge condividendo delle emozioni e dei sentimenti. Dei buoni compagni di viaggio ti aiutano anche a superare le difficoltà.
2.E’ grazie a come gli altri mi hanno fatta sentire che ho vissuto questo momento.
3.Nonostante spesso mi piaccia isolarmi e stare per conto mio, i miei amici e compagni di avventura sono sempre la forza che mi fa superare le difficoltà e crescere, aiutandomi a vedere quella che era una paura come un motivo di gioia.
Senza di loro la serata non sarebbe stata la stessa, non avrei voluto nessun’altro con me in quei momenti.
2.Così si può parlare e scherzare con gli altri, ad esempio raccontare una barzelletta.
3.Senza di loro sarebbe stato solo camminare.
E’ il più grande dono che lo scoutismo mi abbia donato.
2.Relazioni che contemporaneamente hanno influenzato e sono state influenzate dalla route. Relazioni che hanno arricchito l’esperienza.
3.Condividere i propri pensieri insieme agli amici aiuta a sentirsi meno soli.
Ha reso più coinvolgente il raggiungimento della specialità. Mi piace la collaborazione.
Avevo un rapporto di amicizia e mi dispiaceva lasciare tutte le persone a me care.
Senza l’amicizia che si è creata negli anni non avrei potuto provare quelle sensazioni.
Da qual momento, anzi un po’ prima, ho iniziato ad avere delle vere amicizie, che durano nel tempo e mi hanno aiutato a crescere.
La persona a cui ho donato il regalo era il mio capo clan, il mio più grande punto di riferimento.
2.L’ammirazione che provo nei confronti della mia sorella scout mi ha reso possibile trovare un modello dei valori scout da seguire.
La lettera scritta a tutti è un segno di affetto verso tutto il reparto, capi compresi.
In pochi momenti ho vissuto in pieno il senso di accoglienza a un gruppo che tanto mi ha dato e che spero di aver arricchito con la mia esperienza.
Tra i nostri pensieri.
2.E’ necessaria per sentirsi bene all’interno di un gruppo.
3.Tra il gruppo.
In un gruppo, noviziato o clan, è essenziale l’attenzione data: senza di essa non si riesce a creare un clima di clan.
Se non l’avessi avuta, non sarei stato chiamato a svolgere il compito di capo squadriglia.