La voglia di seguire la traccia di don Salvatore è rimasta così impressa su di noi da spingerci a scommetterci in prima persona.
Senza di essa non ci sarebbero stati confronti e scambi di pensieri che ci hanno arricchito e ci hanno aiutati a crescere.
La figura dell’immigrato è stata stravolta. Da persona qualunque che spesso non riesce ad integrarsi, che non ti capisce, che non comprendi vederlo disposto a vivere a certe condizioni a uomo. Uomo con una storia, un obiettivo e la stessa voglia di vivere di chiunque.