Se avessi fatto la stessa esperienza nei posti di tutti i giorni non avrei provato le stesse sensazioni.
L’estraniarsi dalla città e dai soliti giri è stato complice della mia analisi interiore.
2.La route in sé. Pensare che il cammino di Santiago è stato percorso da secoli da migliaia di persone rende unica questa esperienza
Il cerchio crea un momento di legame con gli altri e con la natura che non si può trovare nella vita di tutti i giorni.
Quando si osserva il cielo si riesce a capire la grandiosità e la bellezza della natura.
2.E’ servito per rivedere tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento: la fatica, il lavoro di costruzione, l’insuccesso e il condividere con gli altri l’avventura.
3.Non è possibile vederlo in città e in più fu il motore della nostra conversazione.
E’ possibile che se non avesse piovuto o se non fossimo stati solo noi o che se il “lavoro” l’avessimo dovuto fare spezzettato, singolarmente ecc ecc non avrebbe avuto lo stesso significato.
La comunicazione con la natura e la riflessione ci aiutano a capire chi siamo e da dove proveniamo.
E’ indice di qualcosa al di fuori della normalità delle classiche vacanze estive.
2.L’ambiente influisce sul corso dei pensieri, stimola.
3.Gli scout amano la natura.
La collina [comunità di detenuti] rappresenta un mondo spesso poco considerato.
2.Il contrasto tra i bellissimi paesaggi e i segni ancora visibili del terremoto.
La natura che mi circondava è il soggetto di questa esperienza, ciò che mi ha reso così felice.