Mi ha aiutata ad affrontare al meglio l’esperienza senza aver paura delle mie azioni.
E’ stata la preparazione per quell’evento. Quel pezzo di strada è stato fondamentale per la vita di comunità.
Camminare nei boschi è sempre stata una cosa che amo, ma condividere questo aspetto di me con i miei compagni è stato unico.
Nei momenti più difficili della route rimanevo concentrato grazie ai miei fratelli.
Rendeva il gruppo vario e diversificato, potevi imparare qualcosa da ogni persona.
I capi sono stati una guida fondamentale per il nostro viaggio e ci hanno aiutato a mantenere la retta via.
2.Gli spunti di riflessione dati dai capi.
Era il suo ultimo torneo di reparto e, volendo vincere la fiamma e quindi prendendo le cose molto sul serio, riusciva a trasmettere la sua voglia di vincere anche ai suoi squadriglieri.
Mi ha aiutata a crescere ed a rispondere a molti dubbi che avevo in quel momento.
Sono le persone con cui ho condiviso parte della mia vita e con cui tutt’ora condivido esperienze importanti.
2.Durante un’avventura sono fondamentali i compagni di viaggio, in loro sta la riuscita di un’uscita o meno.
Camminando per quella strada lunga ma non faticosa, abbiamo avuto l’opportunità di parlarci e conoscerci meglio. La strada era molto lunga, ci abbiamo messo molte ore per la destinazione, però per noi è passato in frettissima.
C’era feeling nel gruppo, c’erano contrasti ma in ottica costruttiva. Il clima era rilassato, sereno, senza attriti, MA ciò non è da confondere con la nostra indole di quei giorni: potevamo salire su un ghiacciaio su una mano sola.
Abbiamo condiviso insieme la felicità del momento.
2.E’ stata un’esperienza piacevole, riuscita grazie al fatto che potevo contare sul sostegno degli altri e io potevo essere di sostegno per gli altri.
3.Solo essendo coesi si può lavorare bene.
Solo con l’aiuto l’uno dell’altro si riesce a superare gli ostacoli nel cammino.
2.Anche nel mondo degli scout, come nella vita, senza collaborazione non è possibile raggiungere qualsiasi meta.
3.Il risultato era pessimo, ma abbiamo creato i nostri cofanetti insieme.
Tramite la prima prova ho compreso quanto fosse utile la collaborazione nel gruppo: il treppiedi simboleggiava la coesione e in base a come si costruiva si valutava quanta coesione ci fosse nel gruppo. Nel mio caso il treppiedi è caduto dimostrando cosa mancasse in me e nei miei compagni. Da questa esperienza ho capito che bisogna essere uniti e capirsi.
Dietro queste esperienze deve esserci un gruppo che in queste determinate situazioni si sostituisce per me alla mia famiglia
Avere altre persone attorno che condividono le tue idee o che ti aiutano a godere i momenti di tutti i giorni è importante per la crescita personale e collettiva.
2.È stato fondamentale l’aiuto reciproco, il sostegno e l’amicizia.
3.Senza non c’è strada né condivisione.
Senza di loro non l’avrei vissuta con la stessa intensità. Mi hanno fatto compagnia al puto giusto dandomi la possibilità di riflettere
2.Ho imparato che in clan si ride e si scherza come si scherzerebbe con i propri fratelli.
3.Ha creato una situazione di confidenza e di amicizia che ha reso il viaggio un bel momento di condivisione e sollazzo. Inoltre, essendo con coloro che hanno condiviso lo scoutismo fin dai lupetti, è stato molto speciale.
E’ la comunità che si era creata quell’anno speciale ed è grazie a loro che ho vissuto giorni fantastici.
2.Ciò che ha reso questa esperienza indimenticabile è stato proprio il clima che si è creato fra di noi.
3.E’ grazie a loro se si riesce a non sentire la stanchezza, perché ti danno sempre un motivo per sorridere e non arrenderti mai.
Stare da soli sotto una volta stellata con il caldo del fuoco è un momento diverso, molto più introspettivo e riflessivo. Da questo racconto traspare la gioia dello stare insieme anche quando emozioni diverse, talvolta contrastanti, emergono…comunque si è insieme, ci si distrae e ci si sostiene a vicenda.
2.Strettamente femminile. Abbiamo passato una bella serata solo fra ragazze e ci siamo divertite molto.
3.Credo che, soprattutto nella vita scout, le persone con cui vivi le esperienze siano essenziali e parte dell’esperienza stessa.
Oltre ad essere un clan, un gruppo di scout, eravamo, e siamo tutt’ora, un gruppo di amici ed anche e soprattutto per questo stavamo bene.
Grazie a lui mi ricordo al meglio quell’esperienza.
2.Mi fa capire l’importanza del lavoro di squadra, fondamentale nella mia vita scout.
Grazie ad esso, tramite un semplice dialogo, ad isolarmi e a non sentire la fatica.
Se ognuno fa ciò che sa fare senza che gli altri si sentano trascurati, permette alla squadriglia di avere efficienza senza un eccessivo sforzo.
Riuscendo a capire gli altri e a farsi capire dagli altri senza alcuna difficoltà, come se riuscissimo a decifrare i bisogni; ci univa ogni giorno di più.
2.Agire con gli altri per concorrere ad un obiettivo comune, capirsi soltanto scambiandosi un’occhiata, urlare insieme, ballare insieme, con compagni che ti accettano e vogliono con TE camminare, con TE dare gioia a chi ne ha bisogno, è lo sforzo armonico che consente di donare e raggiungere la felicità.
3.Senza di essa e del rapporto che abbiamo tra noi l’attività non sarebbe stata svolta al meglio.
Per la prima volta eravamo così complici e così uniti che ogni distanza che di solito separa un capo da un ragazzo era scomparsa.
Questo tipo di amicizia supera quello che è il concetto classico di “amicizia” intesa troppo spesso come conoscenza fra due persone. In questo caso il legame profondo che unisce gli scout ci ha aiutato a godere al meglio quel momento.
E’ l’unione con le altre persone, il sapere che in quel momento i vostri pensieri convergono tutti assieme in perfetta armonia.
Perché è stata un’esperienza di benessere e felicità grazie alla comunità che mi circondava.
2.Siamo arrivati tutti e abbiamo gioito della felicità che il nostro servizio avrebbe prodotto, con la consapevolezza che quel giorno non c’era alcun “io” ma un solo univoco “noi”.
3.Solo stando insieme e con l’aiuto degli altri si possono lasciare alle spalle i problemi e le difficoltà e guardare avanti.
Sembrava che ci conoscessimo da sempre; i capi cercano sempre di donarci quante più cose possibili e i capi hanno cercato di comunicarci l’importanza delle nostre scelte e di quanto potevano influire all’interno della società.
I momenti che richiedono una profonda riflessione personale sono i momenti in cui cerchi chi ti è accanto: hai bisogno dell’altro e di sapere che l’altro c’è.
Mi sentivo parte di una cosa sola; come se fossimo un corpo e anche senza uno questo non poteva prendere vita.
Stare con coloro con cui sei cresciuta ti fa fare esperienze diverse e particolari.
2.Si deve sempre avere qualcuno affianco con cui condividere qualcosa.
3.Mettere a disposizione le proprie idee per una crescita comune.
Non condivido tanto facilmente i miei sentimenti, a meno che sia una persona di cui mi fido.
La condivisione delle fatiche della route e del percorso di crescita personale stimolavano delle riflessioni.
In strada si possono esprimere esperienze sia della vita quotidiana e quindi avere un’opinione o dei consigli da qualcuno che potrebbe vederla diversamente, ma con gli stessi tuoi valori; sia delle sensazioni sempre nuove che si stanno vivendo in quei momenti che possono essere di fatica che di libertà .
Il confronto mi è servito per capire a che punto del mio percorso mi trovassi e quali obbiettivi avessi raggiunto.
2.Dopo la riflessione è bello dire le proprie opinioni per confrontarsi con la persona che abbiamo accanto. Avere idee diverse porta la mente a scoprire nuovi modi di vedere il mondo, ampliando le conoscenze.
3.E’ la chiave della crescita: se viviamo sempre nei nostri standard, senza conoscere altri stili, non cambieremo mai né in peggio né in meglio.
Scoprire il carattere di una persona e cambiare idea su di essa (positivamente).
3.Nonostante ci conoscessimo tutti è stata un’occasione di conoscenza più vera e profonda.
Nel corso della settimana abbiamo creato nuovi rapporti con i ragazzi che partecipavano alla scout week, ma anche con coloro che facevano le attività mattutine insieme a noi. È stato molto interessante conoscere nuove persone e le loro culture.
Senza di essa non si può fare niente. Non si può fare un “gioco” ma nemmeno qualcosa di più grande, in una comunità e specialmente in un clan.
2.Se non ci fosse stata non avremmo fatto nulla! Non saremmo riusciti a vivere un’esperienza tranquilla.
3.La cooperazione è importante perché se tutti sanno cosa fare e come fare è tutto più facile e viene naturale riuscire a collaborare bene insieme.
Mentre cercavamo di oltrepassare il più in fretta possibile quel sentiero lungo un paio di chilometri ci siamo stretti e tenuti per mano tutti per proteggerci l’un l’altro.
Così ho potuto scoprire che ho qualcosa in comune anche con chi sembrerebbe essere lontanissimo da me. Si può trovare un punto d’incontro tra culture diverse.
E’ il momento in cui la comunità collaborando agisce. non può esserci comunità senza partecipazione. il bene si raggiunge grazie a questa. qui si serve.
Un forte senso di condivisione, il sentire l’empatia delle nostre sensazioni, sapere di provare le stesse soddisfazioni e fatiche, nel completo silenzio sapere di essere comunità.
Si incrociano culture diverse, con un bagaglio culturale diverso e ci si arricchisce.
Stando insieme nel gruppo si era formato un rapporto unico in cui ognuno apriva il cuore all’altro e nonostante le incomprensioni, l’affetto risultava superiore a qualsiasi ostacolo.