Se non mi fossi sacrificato per la squadriglia e non avessi dato il mio contributo, forse non avremmo mai vinto niente.
Ho visto nel saluto, l’amicizia nell’altro e il sentirsi accolti e in grado di accogliere, come se il cammino ci avesse restituito la possibilità di “vedere” l’altro e salutarlo con il cuore.
Come quasi in ogni esperienza c’è sempre uno scambio di qualche cosa, dovuto alla relazione che si instaura tra i diversi soggetti. Quel qualcosa può essere un’idea, un’opinione, un pensiero, una nozione….
Senza di questo non avrei mai fatto esperienze fantastiche come le route o le riunioni.
2.Tutti condividiamo questo modo di vivere che è la base di tutto ciò.
Per realizzare la veglia ognuno di noi ha dovuto confrontarsi con le idee degli altri. Proprio l’essere una comunità di clan ci ha permesso di arrivare a dei compromessi e proseguire nel nostro intento.
2.Il reparto era riunito per vivere un’esperienza comune.
Il suo modo di farci sentire che anche quello che noi abbiamo da dire è importante.
Mi sono sentita parte di un’unica cosa, sapevo che ciò che stavo provando era perfettamente comprensibile per i miei compagni. Ci siamo sentiti veramente uniti.
Poter darmi un obiettivo al di sopra delle mie aspettative e portarlo a termine nel modo migliore. E legami perché le persone che vivono con te queste esperienze legano in modo anche involontario con te.
Questi sguardi mi trasmettevano pieno coinvolgimento all’interno della comunità ed era come se mi accogliessero in questa nuova famiglia.
E’ ciò che ho imparato grazie alle mie amiche, è l’obiettivo che ho raggiunto dopo molta fatica.
2.E’ stato l’anno in cui ho deciso di continuare il mio cammino scout proprio perché i miei compagni di viaggio mi hanno fatto sentire sicura.
Siamo tutti stati onesti su quanto finora avevamo fatto per sentirci comunità e su cosa dovevamo fare per diventarlo.
2.È la chiave per far emergere la diversità che è la ricchezza di ciascuno di noi e ci rende preziosi per primi all’interno del clan.
3.Grazie ad essa i nostri cuori si sono toccati.
Il fatto di coprire il ruolo in squadriglia, il rispetto reciproco hanno reso il clima decisionale tranquillo.
2.Ci capivamo subito sul cosa fare durante le giornate che si passavano.
3.Siamo stati in sintonia per tutti e cinque i giorni, senza questa non ci sarebbe stata una comunità.
Hanno ispirato l’argomentazione del dialogo affrontato dal mio clan e questo mi ha permesso di avere una conoscenza approfondita dei desideri di ogni mio compagno di strada.
Perché fino a due zaini ci possiamo arrivare.
2.Ci si è aiutati a vicenda.
3.Sostenersi ed essere solidali con l’altro, non solo nella strada, nel cammino, ma anche nella vita scout al di fuori della route.
Sostenendoci a vicenda siamo riusciti a trasmetterci il coraggio e la forza necessaria ad affrontare quest’esperienza.
2.Ci siamo sostenuti a vicenda nei momenti più drammatici.
Il reparto mi ha fatto vedere me stesso, ha rispecchiato me a me stesso.
2.Simboleggia un dare-ricevere, un binomio perfetto e necessario per un dialogo.
L’interazione con gli altri genera qualcosa che nella singolarità non sarebbe nato.
2.Siamo stati una formazione [scoutball] spalaneve.
Mi sono sentito parte di un gruppo, accettato. Mi sono sentito riconoscere il mio valore.
E’ in un gruppo unito che si passano tante avventure.
2.Era composta da soggetti diversi tra loro che si incitavano l’un l’altro.
3.Con loro ho vissuto la maggior parte delle esperienze che ho fatto e mi hanno aiutato anche ad essere responsabile.
Non si tratta solo di persone semplici, ma di membri di una sola grande famiglia che vive le stesse esperienze e che partecipa alle tue emozioni.
Sia che tu stia bene sia che tu stia male, lo stare insieme aiuta ad arrivare alla felicità e superare le difficoltà. Insieme si vivono più intensamente le esperienze.
: Non è tanto il cosa si fa ma il come e il con chi. Anche facendo le peggio vaccate, anche fermi a chiacchierare, il gruppo degli scout emana un’energia serena, pura e coinvolgente.
L’essere accomunati dalla scelta di questa esperienza e l’utilità di farsi forza a vicenda.